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Le centrali solari orbitali: la grande scommessa cinese tra spazio e fotovoltaico

Tra le innovazioni che potrebbero ridisegnare il nostro futuro, ce n’è una che sembra uscita da un film di fantascienza, ma è già in fase di sperimentazione: impianti solari nello spazio, capaci di raccogliere energia direttamente dall’orbita terrestre e trasmetterla sulla Terra.

L’idea è tanto ambiziosa quanto concreta, ed ha un nome preciso: centrali solari orbitali. A guidare questa rivoluzione è la Cina, che ha annunciato un piano per costruire entro il 2050 un sistema spaziale capace di generare energia solare 24 ore su 24, superando i limiti attuali degli impianti fotovoltaici terrestri.

Il progetto prevede la costruzione di una stazione orbitale dotata di giganteschi pannelli solari, che raccoglieranno l’energia del sole senza interruzioni e senza essere influenzati da nuvole, notte o condizioni atmosferiche. Questa energia verrebbe poi trasmessa a terra sotto forma di microonde o fasci laser, per essere riconvertita in elettricità e distribuita alle reti locali. Una tecnologia testata per la prima volta nel 2023, e che ora si sta preparando ad un salto di scala.

Secondo fonti come la BBC e il World Economic Forum, la Cina intende testare un primo prototipo in orbita bassa entro il 2030, e poi puntare a una stazione operativa in orbita geostazionaria (a circa 36.000 chilometri dalla Terra) con una potenza prevista tra 1 e 2 gigawatt: l’equivalente di una grande centrale nucleare. L’obiettivo finale è avere, entro la metà del secolo, una fonte energetica pulita, continua e indipendente dalle risorse fossili. Ma perché costruire centrali solari nello spazio? La risposta sta nella possibilità di ottenere una produzione di energia costante, 365 giorni l’anno, senza le interruzioni dovute all’alternanza giorno-notte o alle variazioni climatiche. Nello spazio, il sole splende sempre, e l’efficienza energetica potenziale può essere 5-10 volte superiore rispetto a quella dei pannelli installati sulla superficie terrestre.

Ovviamente, la sfida non è semplice. Serviranno centinaia di lanci spaziali, assemblaggi robotici in orbita, antenne riceventi enormi installate sulla Terra e una tecnologia di trasmissione senza fili precisa e sicura. Inoltre, sarà fondamentale garantire che le microonde usate per trasmettere l’energia non abbiano impatti negativi su persone, animali o dispositivi elettronici.

La ricerca scientifica, su questo fronte, è già molto attiva: si studiano frequenze e modalità di trasmissione che evitino ogni rischio, anche in caso di guasti o deviazioni del fascio. Nonostante le difficoltà, il potenziale di questa innovazione è davvero enorme. Un sistema orbitale ben progettato potrebbe fornire energia a regioni isolate, alimentare grandi città senza inquinare e ridurre drasticamente la dipendenza da carbone, gas e
petrolio. Non a caso, anche l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e alcune università americane, come Caltech, stanno portando avanti studi paralleli.

Siamo di fronte ad una trasformazione tecnologica ed energetica che potrebbe ridefinire il concetto stesso di produzione elettrica. Come spesso accade, la realizzazione dipenderà dalla volontà politica, dalla cooperazione internazionale e dalla capacità di affrontare le sfide etiche e ambientali che ogni innovazione porta con sé.
Il fatto che tutto questo non sia più solo un’idea sulla carta, ma un progetto che esiste già, con test in corso e una visione concreta, ci ricorda che il futuro non è qualcosa di lontano: sta succedendo adesso. Tra qualche decennio, alzando lo sguardo verso il cielo, sapremo che lì sopra c’è davvero una centrale solare che lavora per noi, giorno e notte. Forse sarà proprio quel momento a farci capire che la tecnologia, quando viene usata con intelligenza e responsabilità, non è solo progresso, ma può diventare speranza concreta per il nostro pianeta.

 

Redatto da Martina Hamdy

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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