Clima

Il futuro sarà più caldo, ma non calmerà i blizzard più violenti

Nevicherà di meno, ma le bufere intense non diminuiranno

In futuro, a causa del cambiamento climatico, nevicherà di meno, ma dovremo sempre fare i conti con bufere di eccezionale violenza. Un controsenso? No, in realtà il paradosso è solo apparente, e lo spiega bene anche un recente studio condotto dal NCAR della NOAA. La ricerca (“Projecting Changes in Societally Impactful Northeastern U.S. Snowstorms“), pubblicata nel 2018 sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters, ha preso in considerazione le proiezioni per il futuro riguardanti numero e intensità delle Nor’easter, intense tempeste che colpiscono le regioni nord-orientali del Nord America. Queste perturbazioni, come enormi mulinelli, risucchiano sul versante atlantico del Nord America da una parte aria calda e umida di origine tropicale, e dall’altra correnti fredde provenienti dai margini del Circolo Polare, creando in talune occasioni le condizioni ideali per abbondanti nevicate. Le simulazioni al computer sono state condotte ipotizzando uno scenario in cui nel prossimo futuro le emissioni di gas serra non subiranno alcun contenimento, causando quindi un ulteriore importante aumento delle temperature medie planetarie. Cosa succederà quindi alle bufere di neve in un Pianeta ancora più caldo? Ebbene, in base alle simulazioni al computer, nei prossimi decenni il numero delle perturbazioni meno intense, quelle che solitamente scaricano non più di 10-20 cm di neve, diminuirà considerevolmente. In modo simile, si ridurrà di molto anche il numero delle tempeste di moderata intensità, quelle che si vedono una volta ogni 1-2 anni. Diverso invece il discorso che riguarda le bufere più violente, quelle che si osservano una volta ogni 10 anni circa, o peggio ancora le bufere eccezionali, che colpiscono non più di 1-2 volte in un secolo: la loro frequenza infatti non sembra destinata a cambiare.

Vedremo meno neve?

Insomma, la quantità di neve che cade dal cielo diminuirà, il numero totale di bufere calerà sensibilmente, ma le tempeste eccezionalmente violente continueranno a colpire con la stessa frequenza! Come mai? In un mondo più caldo, inevitabilmente, le occasioni per le nevicate si ridurranno, e molte tempeste anziché portare fiocchi di neve scaricheranno pioggia: insomma, come è normale attendersi, il caldo farà diminuire la quantità di neve che cade dal cielo. Tuttavia, nelle occasioni in cui le condizioni meteorologiche renderanno possibile la neve – cioè in quelle situazioni in cui farà abbastanza freddo -, la nevicata avrà maggiori probabilità di rivelarsi violenta e abbondante! A rendere le nevicate residue più intense contribuiranno diversi fattori tra cui, in primo luogo, la capacità dell’atmosfera di trasportare maggiori quantità di vapore: l’aria calda infatti può contenere più umidità dell’aria fredda, e quindi tutte le perturbazioni trasporteranno un maggior carico di piogge e nevicate. Inoltre le perturbazioni avranno la possibilità di raccogliere più energia, e quindi più “carburante”, da oceani che saranno anch’essi più caldi: un surplus di calore che andrà ad aggiungersi a quello intrappolato nell’atmosfera dai gas serra, e che, è inevitabile, contribuirà a rendere ancor più intensi i processi che portano alla condensazione del vapore in pioggia o neve.

Andrea Giuliacci

Laureato in Fisica all’Università degli Studi di Milano, ha successivamente conseguito il dottorato in Scienze della Terra presso l’Università Federico II di Napoli e dal 2013 tiene il corso di Fisica dell’Atmosfera presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Dal 1997 lavora come meteorologo presso Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995) e dal febbraio 2002 cura le previsioni del tempo in video per i telegiornali delle reti Mediaset. Collabora regolarmente con settimanali e mensili di diffusione nazionale ed è autore o coautore di diversi libri.

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