Il Sud-est asiatico riduce le emissioni da incendi: bilancio positivo nei primi mesi del 2025
I dati Copernicus rivelano una significativa riduzione degli incendi nella zona ASEAN, mentre situazioni critiche si registrano in Corea del Sud e Regno Unito con roghi senza precedenti dovuti a condizioni climatiche estreme.

I primi quattro mesi del 2025 hanno segnato un importante traguardo nella lotta contro gli incendi boschivi nel Sud-est asiatico. Secondo i dati forniti dal Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS), la regione dell’ASEAN superiore ha registrato una delle più basse stagioni degli incendi mai documentate, grazie a politiche efficaci di prevenzione e controllo. Contemporaneamente, altre aree del mondo hanno affrontato situazioni critiche, con roghi devastanti in Corea del Sud e condizioni eccezionali nel Regno Unito.
Sud-est asiatico: risultati promettenti nella riduzione degli incendi
La regione dell’ASEAN superiore, che comprende Myanmar, Thailandia, Laos, Cambogia e Vietnam, ha mostrato un significativo miglioramento nella gestione degli incendi agricoli. Il CAMS Global Fire Assimilation System (GFAS) ha registrato le emissioni più basse dal 2003, anno di inizio delle rilevazioni. Questo risultato è frutto degli sforzi coordinati per ridurre i roghi controllati utilizzati nelle pratiche agricole tradizionali e per limitare l’inquinamento transfrontaliero.
Nonostante questi progressi, l’attività degli incendi è stata comunque intensa nei mesi di marzo e aprile, particolarmente in Thailandia, Laos e Vietnam, con ripercussioni sulla qualità dell’aria in tutta la regione. Tuttavia, il trend complessivo rimane positivo, dimostrando l’efficacia delle misure implementate dai paesi dell’ASEAN per contrastare questo fenomeno ricorrente.
Situazioni critiche in altre regioni del mondo
In netto contrasto con i miglioramenti nel Sud-est asiatico, la Corea del Sud ha affrontato una delle peggiori stagioni di incendi forestali della sua storia recente. Gli incendi intensi hanno causato vittime e ingenti danni, evidenziando la vulnerabilità di alcune regioni ai cambiamenti nelle condizioni climatiche.
Anche il Regno Unito ha vissuto una situazione senza precedenti, con incendi rari favoriti da condizioni eccezionalmente calde e secche. Il mese di aprile ha visto un record di aree bruciate per l’Europa nord-occidentale, un segnale preoccupante che sottolinea l’impatto del cambiamento climatico anche in regioni tradizionalmente meno esposte a questo tipo di fenomeni.
Emissioni ridotte ai tropici e monitoraggio globale
Il rapporto del CAMS evidenzia anche come le emissioni provenienti da altri incendi stagionali nelle regioni tropicali siano state inferiori alla media storica. Questo dato positivo si inserisce nel quadro di un monitoraggio globale sempre più accurato e capillare, che permette di valutare l’evoluzione degli incendi selvaggi e il loro impatto sull’ambiente e sulla salute umana.
Il sistema di monitoraggio implementato dal CAMS consente di seguire in tempo reale lo sviluppo degli incendi in diverse parti del mondo, fornendo dati essenziali per la gestione delle emergenze e per la pianificazione di strategie di prevenzione a lungo termine. Questa capacità di osservazione globale rappresenta uno strumento fondamentale nella lotta contro gli effetti più devastanti dei roghi naturali e di origine antropica.
I risultati ottenuti nella regione dell’ASEAN dimostrano che politiche coordinate e impegno congiunto possono portare a miglioramenti significativi, anche in aree storicamente colpite da incendi stagionali. Tuttavia, le situazioni critiche in altre parti del mondo ricordano l’importanza di mantenere alta l’attenzione e di rafforzare le misure di prevenzione e controllo, in un contesto globale sempre più influenzato dai cambiamenti climatici.