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Clima e salute mentale: un legame ancora trascurato nelle politiche di adattamento

Il cambiamento del clima non minaccia solo la nostra salute fisica e gli ecosistemi, ma anche la nostra salute mentale. Ondate di calore, alluvioni, siccità ed eventi estremi possono generare ansia, depressione, stress post-traumatico e un senso di perdita difficile da elaborare. Un impatto che colpisce tutte e tutti, ma che pesa in modo sproporzionato sulle comunità più vulnerabili, spesso prive di adeguati servizi di supporto psicologico.

Un nuovo rapporto del Climate Cares Centre dell’Imperial College London e di United for Global Mental Health mostra un dato netto: il 58% delle politiche nazionali di adattamento climatico non include la salute mentale. E quando questa compare, spesso si tratta solo di un accenno senza azioni concrete.

La salute mentale come parte dell’adattamento al clima

Integrare la salute mentale nelle strategie di adattamento al clima che cambia non è un dettaglio, ma una necessità. Il report raccomanda di:

  • riconoscere gli impatti negativi della crisi climatica sulla salute mentale, soprattutto nei gruppi più esposti;

  • monitorare i rischi psicosociali legati al cambiamento climatico a livello nazionale;

  • prevedere azioni specifiche per proteggere e promuovere il benessere mentale, anche con finanziamenti dedicati;

  • valorizzare le co-beneficialità: misure di adattamento ben progettate possono rafforzare la resilienza psicologica, oltre a proteggere vite ed economie;

  • garantire supporto immediato alle popolazioni colpite da perdite e danni irreversibili;

  • costruire alleanze trasversali tra governi, comunità, operatori sanitari e ricercatori.

Le voci delle comunità

Il progetto Connecting Climate Minds, sostenuto da Wellcome, ha coinvolto quasi 1.000 persone in 90 Paesi, raccogliendo esperienze dirette. Una donna dell’America centrale ha raccontato come le alluvioni del 2020 abbiano distrutto raccolti, animali e semi: «Questo ha causato tristezza, disperazione e crisi nelle famiglie, per la mancanza di cibo».

Le testimonianze evidenziano come eventi estremi si traducano in traumi collettivi, con un peggioramento di disturbi già diagnosticati, aumento di suicidi, ansia e depressione. La ricerca conferma anche che persone con patologie psichiatriche sono più a rischio durante ondate di calore o catastrofi.

Un campo ancora frammentato

Finora, il lavoro su clima e salute mentale è rimasto diviso in silos disciplinari e geografici: molta ricerca è stata condotta nei Paesi del Nord globale, mentre le comunità del Sud del mondo, spesso le più esposte, restano sotto-rappresentate. L’agenda globale sviluppata dal progetto punta a superare queste disuguaglianze attraverso:

  • approcci transdisciplinari che uniscano competenze diverse;

  • pratiche inclusive e non estrattive di ricerca;

  • integrazione di politiche per il clima e di salute mentale;

  • infrastrutture e dati più solidi per studiare e monitorare gli impatti.

Guardare oltre l’emergenza

La crisi climatica porta con sé un aumento di rischi psicosociali. Ma può anche aprire opportunità per rafforzare la resilienza collettiva, se le politiche di adattamento al clima includono fin da subito la dimensione della salute mentale.

Come ha spiegato Emma Lawrance, responsabile del Climate Cares Centre: «È stato toccante ascoltare centinaia di storie della realtà della crisi climatica e delle sue conseguenze sulla salute mentale. La speranza è che queste voci guidino investimenti e azioni per un futuro più sicuro per il nostro benessere».

 


NOTE: questo articolo è stato generato con il supporto dell’intelligenza artificiale.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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