Sei mesi alla COP27, Presidente COP26 Alok Sharma: non rispettare le promesse sarebbe un «atto di mostruoso autolesionismo»
«La finestra di tempo che abbiamo per poter agire, si sta chiudendo velocemente. Dobbiamo urgentemente adattarci e ridurre le emissioni, perché gli obiettivi attuali non sono sufficienti»
Sei mesi fa è finita la Cop26, e altri 6 mesi ci separano dalla Cop27 in programma a novembre a Sharm El-Sheikh, e secondo Alok Sharma, presidente della Cop di Glasgow e membro del Parlamento del Regno Unito, non rispettare le promesse fatte sarebbe un «atto di mostruoso autolesionismo».
Alok Sharma oggi ha tenuto un discorso proprio da dove si è conclusa la Cop26 sugli obiettivi climatici, ma anche su come l’invasione russa in Ucraina e l’aumento dei prezzi di energia e cibo abbiano cambiato radicalmente lo scenario internazionale in soli 6 mesi.
Alla Cop26 quasi 200 Paesi hanno deciso di sviluppare nuovi piani d’azione per tagliare le emissioni di gas serra, per poter limitare il riscaldamento globale sotto gli 2 gradi: in sostanza, come suggerito dai report dell’IPCC, entro il 2030 dovremmo dimezzare le nostre emissioni. Molte grandi economie si sono impegnate formalmente per raggiungere le emissioni zero, ma alla Cop27 dovranno rafforzare le loro promesse.
Alok Sharma ha spiegato come nonostante questi grandi cambiamenti geopolitici, sia necessario però mantenere il focus sulla crisi climatica. «Le crisi attuali dovrebbero aumentare e non diminuire la nostra determinazione nel portare a casa quanto deciso alla Cop26 e onorare quindi il Patto di Glasgow. I leader dovrebbero dimostrare che, nonostante il Mondo sia profondamente cambiato, la loro determinazione è rimasta la stessa».
Alok Sharma ha avvertito le Nazioni sull’importanza cruciale di velocizzare le procedure, ma anche sulla necessità di rivedere i loro impegni sulla base degli ultimi dati contenuti nei report dell’IPCC. E purtroppo gli effetti della crisi climatica sono sotto i nostri occhi, anche in questo momento, con la terribile ondata di caldo che da settimane sta interessando Pakistan e India. «La finestra di tempo che abbiamo per poter agire, si sta chiudendo velocemente. Dobbiamo urgentemente adattarci e ridurre le emissioni, perché gli obiettivi attuali non sono sufficienti». «Ogni Nazione deve rispondere alla necessità di rivedere e rafforzare gli NDC (i contributi determinati a livello nazionale). E va fatto nel 2022. Il Patto di Glasgow chiede ai Paesi di riesaminare gli NDC, non in un vago futuro, ma quest’anno, nel 2022».