AtmosferaClimaTerritorioTerritorio

Il Mondo è più verde: le piante rallentano il riscaldamento globale

Il green-up globale dall'inizio degli anni '80 potrebbe aver ridotto il riscaldamento globale di 0,2-0,25 °C

Gli scienziati avevano già stabilito che il mondo è più verde di quanto non lo fosse all’inizio degli ’80. Le mappe aggiornate mostrano che questa tendenza è proseguita. I ricercatori sono anche riusciti a stabilire che tra le tante conseguenze c’è anche una riduzione del riscaldamento globale.

La mappa qui sotto mostra le zone del pianeta in cui il verde è aumentato (aree in verde) e quelle in cui è diminuito (aree in marrone) tra il 2000 e il 2018. È stata realizzata sfruttando i dati ricavati dagli spettro-radiometri dei satelliti polari Terra e Aqua della NASA. Il bianco evidenza aree del pianeta sterili, cementificate, paludose, ricoperte di ghiaccio o acqua.
La mappa non mostra il verde complessivo presente sul nostro Pianeta, motivo per cui non spicca la foresta amazzonica o il bacino del Congo; mostra invece come il verde è cambiato, un fenomeno più evidente in luoghi come la Cina e l’India in cui l’agricoltura si è intensificata e i governi hanno fatto sforzi per conservare ed espandere le foreste.

C’è una chiara tendenza all’aumento delle aree verdi nell’emisfero boreale e in particolare nelle regioni artiche, a causa del sensibile aumento delle temperature. Ad esempio, le Isole Svalbard hanno visto un aumento del 30% del verde. L’inverdimento è stato contestuale ad un aumento della temperatura media estiva di quasi 2 °C tra il 1986 e il 2015, passando da 2,9 °C a 4,7 °C.

Alcuni studi hanno dimostrato come il greening (inverdimento) globale può essere attribuito all’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera che a sua volta aumenta il tasso di fotosintesi e la crescita nelle piante.
Secondo le stime, il green-up globale dall’inizio degli anni ’80 potrebbe aver ridotto il riscaldamento globale di 0,2-0,25 °C. In altre parole, il mondo sarebbe ancora più caldo di quanto non lo sia se non ci fosse stata l’impennata della crescita delle piante.

È ironico che le stesse emissioni di carbonio responsabili di dannosi cambiamenti climatici stiano anche fertilizzando la crescita delle piante, che a sua volta sta moderando il riscaldamento globale.

Secondo i modelli climatici, il futuro sembra ancora più verde. La mappa qui sopra mostra come potrebbe apparire il green-up in futuro, in uno scenario in cui un aumento dei gas a effetto serra porti a quasi 5 °C di riscaldamento entro la fine del 21° secolo. In particolare, mostra il cambiamento previsto nel ventennio dal 2081-2100 rispetto al ventennio 1981-2000.

Ancora una volta dovrebbero essere le alte latitudini dell’emisfero settentrionale a inverdirsi di più. Questo green-up e il conseguente raffreddamento sono certamente utili, ma l’obbiettivo primario resta ridurre le emissioni di carbonio per sostenere l’abitabilità del nostro pianeta.

Leggi anche:

Anidride carbonica mai così elevata: il nuovo record

Daniele Izzo

Sono nato in Svizzera a Vevey l’8 maggio del 1974. Sono laureato in Fisica e dal 2001 svolgo l’attività di meteorologo e climatologo per Meteo Expert. Nel 2013 ho conseguito la qualifica internazionale di meteorologo aeronautico rilasciata dal WMO (Organizzazione Meteorologica Mondiale). Nel gennaio 2016 le mie competenze professionali sono state certificate e il mio nome è stato inserito nell’elenco dei Meteorologi Professionisti. Dal 2007 al 2015 mi avete visto condurre il meteo su Canale5, Italia1 e Rete4. Tuttora curo gli appuntamenti meteo per Radio Montecarlo. Sono Professore di meteorologia in un istituto tecnico aeronautico.

Articoli correlati

Back to top button