PFAS: il veleno invisibile che ci circonda

I PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche) sono ovunque: nei vestiti, nelle pentole antiaderenti, nei cosmetici, nelle confezioni alimentari. Li usiamo senza accorgercene e la loro caratteristica più pericolosa è che non si degradano, si accumulano nel nostro corpo e nell’ambiente.
Sono chiamate “sostanze chimiche eterne” perché una volta disperse non scompaiono mai del tutto.
Studi scientifici hanno collegato l’esposizione ai PFAS a problemi di salute molto seri: colesterolo alto, malattie della tiroide, problemi al fegato, ipertensione in gravidanza, fino ad arrivare a tumori ai reni e ai testicoli. Nuove ricerche suggeriscono addirittura che i PFAS possano compromettere la salute intestinale nei giovani adulti, aumentando il rischio di malattie renali in età avanzata.
Se tutto questo non fosse già abbastanza inquietante, i PFAS sono stati trovati persino nel nostro sangue. Un’indagine condotta nel 2022 da EPA ha rilevato la presenza di queste sostanze nel sangue di oltre il 97% degli americani. È un problema che purtroppo riguarda tutti, senza eccezioni.
In Italia, il caso più grave è quello del Veneto: nel 2013, è emerso che la falda acquifera di un’ampia area tra Vicenza, Verona e Padova era contaminata dai PFAS provenienti dalla fabbrica Miteni di Trissino, che per decenni ha rilasciato queste sostanze nell’ambiente. Il risultato? Acqua potabile inquinata per oltre 350.000 persone e purtroppo, come spesso accade le bonifiche in questi casi sono molto lente, le responsabilità si rimpallano e i cittadini continuano a pagare il prezzo di un disastro ambientale che poteva essere evitato.
Purtroppo, rimuovere i PFAS dall’ambiente è un’operazione difficilissima e costosissima. Alcuni stati stanno vietando l’uso di queste sostanze in determinati prodotti, ma il problema è che sono già dappertutto. Per difendersi, possiamo cercare di evitarli il più possibile nei seguenti modi:
• Scegliere prodotti senza PFAS (soprattutto per pentole, cosmetici, imballaggi
• Bere acqua filtrata con sistemi specifici per la rimozione dei PFAS
• Informarsi e pretendere leggi più severe per limitarne la produzione e l’uso
Anche se la situazione sembra preoccupante, la consapevolezza sta crescendo e sempre più governi stanno adottando misure per ridurre l’uso dei PFAS. L’Unione Europea sta valutando restrizioni severe, mentre alcuni paesi hanno già imposto divieti in settori specifici. Tuttavia, il cambiamento deve partire anche dai consumatori: scegliere alternative più sicure e sostenibili può spingere le aziende a eliminare gradualmente queste sostanze
dai loro prodotti. Non possiamo più permettere che l’inquinamento da PFAS venga ignorato: servono azioni
concrete, ricerche più accurate e soprattutto responsabilità sia da parte delle industrie che delle istituzioni.
Redatto da Martina Hamdy