Il dato di spicco che scaturisce da novembre è senz’altro la carenza di precipitazioni, e questo proprio nel mese statisticamente più piovoso dell’anno. Il deficit ammonta a -70% a livello nazionale, distribuito in maniera più o meno ampia in tutto il territorio; si tratta del 2° valore più basso dalla fine degli anni ’50 del secolo scorso, dopo il record del 1981. Fanno eccezione i settori orientali delle isole maggiori dove si sono verificati accumuli oltre la norma, specialmente sulla Sicilia ionica dove, a cavallo fra la prima e la seconda decade del mese, una particolare ostinata convergenza di correnti caldo umide orientali, ha generato delle precipitazioni a carattere di rovescio o temporale piuttosto insistenti, con valori quasi doppi di precipitazioni rispetto alla norma (+81% a Catania).
Il dato di novembre ha reso meno ampio il surplus di pioggia autunnale che si è assestato a +19%, ma che rimane piuttosto elevato nell’ambito della serie storica (al 11° posto). Naturalmente, anche il dato da inizio anno, anch’esso ben oltre la media, ha subito un ridimensionamento dopo il risultato di novembre, scendendo a +22% che rappresenta per il momento il 10° valore più elevato degli ultimi 65 anni, corrispondente a circa 41 miliardi di metri cubi di acqua in più rispetto alla norma concentrati principalmente al Nord e in parte anche al
Centro, mentre sulle regioni meridionali continuano a prevalere i segni negativi confermando per queste regioni un 2024 prevalentemente siccitoso.
Per quel che riguarda le temperature, in uno scenario caratterizzato dalla frequente presenza di strutture anticicloniche accompagnate da aria relativamente mite, si sono verificate talvolta delle fasi più fredde associate a momenti più movimentati e dinamici che hanno dato origine, nel corso del mese, a un andamento oscillante intorno alla media, tale da produrre un dato complessivo mensile vicino alla media (+0.1°C di anomalia a livello nazionale). Più nel dettaglio si riscontrano valori nella norma al Centro e al Sud e lievemente sopra al Nord-Ovest (+0.2°C di anomalia); un po’ più distanti dalla media, invece, i valori al Nord-Est (-0.6°C di anomalia, unico dato negativo fra le macroaree), in Sicilia (+0.8°C di scarto) e soprattutto in Sardegna (+1.5°C di scarto). Pochi gli eventi di gelo notturno osservati in pianura, concentrati per lo più nella seconda metà del mese al Nord (da 1 a 4 giorni con minime leggermente sottozero) e più sporadicamente al Centro, in un contesto che non ha visto irruzioni fredde di particolare rilievo. Più significativo, invece, è il dato stagionale che segna un +0.8°C di anomalia autunnale, il 7° valore più elevato della serie storica, grazie principalmente al risultato del primo bimestre. Sempre “fuori scala”, infine, il valore della temperatura media da inizio anno che, nonostante una lieve flessione rispetto al mese scorso, rimane estremamente elevato superando di 1.4°C la media dell’ultimo trentennio e restando, quindi, saldamente al 1° posto con un distacco da 0.3°C a 0.4°C rispetto ai dati già notevoli del 2022 e 2023.