“Teatro a Pedali”: l’energia creativa a favore della produzione green. Arte e tutela dell’ambiente fuse insieme
Un viaggio all'interno della realtà Mulino ad Arte che da anni ha a cuore il territorio e la crisi climatica
Quando arte e tutela dell’ambiente si fondono insieme, il risultato può essere straordinario e ogni spettacolo diventa un modo per sostenere attivamente la lotta contro i cambiamenti climatici. “Mi chiedo come il teatro potrebbe non parlare di Natura, di crisi climatica” queste sono le parole di Daniele Ronco, fondatore e direttore di Mulino ad Arte, una compagnia teatrale fondata da lui nel 2012, insieme a Jacopo Trebbi e Costanza Frola. Questo gruppo che si definisce come un team di lavoro affiatato che da anni lavora per trasformare i sogni in progetti realizzati per e con il pubblico, ha focalizzato la sua energia creativa a favore della produzione green. “Amiamo il nostro Pianeta e vogliamo riflettere attraverso il teatro sulle grandi sfide del nostro presente. Sentiamo forte la necessità di vivere in armonia con la “casa” che ci ospita, perché senza questa armonia non rimarrà nulla di noi”.
Tra le tante iniziative del gruppo, spicca il Teatro a Pedali che vuole dimostrare che è possibile realizzare uno spettacolo dal vivo ad impatto zero: si tratta del format teatrale che permette di alimentare la scena grazie alla pedalata del pubblico e rende così lo spettatore un elemento fondamentale, perché senza di lui il palcoscenico sarebbe al buio. La scena viene alimentata con un sistema di co-generazione elettrica azionato da una serie di biciclette collegate a un impianto di accumulo. Questo consente di sensibilizzare gli utenti al tema dell’ecosostenibilità attraverso un approccio esperienziale: i partecipanti sono chiamati a pedalare, prima e durante lo spettacolo, contribuendo di fatto all’auto-sostenibilità dell’evento.
Ho avuto la possibilità di intervistare Daniele Ronco, di seguito domande e risposte.
Un tema molto importante per voi è l’ecosostenibilità. Come pensi il teatro possa trasmettere una maggiore attenzione all’ambiente?
Mi chiedo come il teatro potrebbe non parlare di Natura, di crisi climatica. La scienza da sola non basta, come da solo non basterebbe il teatro. Insieme invece si completano. Da sempre l’uomo elabora il proprio presente attraverso la creazione di storie. Grazie alle storie, in tempi antichi abbiamo imparato a difenderci dai predatori, a cercare riparo da eventi naturali violenti. Oggi le storie sono più che mai preziose per cercare di andare oltre quello che possiamo vedere con i nostri occhi, possono darci gli strumenti per interpretare meglio ciò che ci circonda e attuare un cambiamento. Perché oggi non abbiamo più predatori diretti, ma rischiamo come mai prima d’ora di auto-distruggerci.
Possiamo dire che il vostro primo spettacolo “green” sia stato “Mi abbatto e sono felice” nel 2015, un monologo ad impatto zero alimentato dall’attore in scena che in sella ad una vecchia Bianchi produceva l’energia necessaria ad auto-illuminarsi. Come vi è venuta questa idea che poi è stata l’incipit del format “Teatro a Pedali”?
Un giorno vidi un documentario in cui un ingegnere belga si era costruito un ufficio/cyclette in cui pedalando alimentava il proprio pc. Il suo obiettivo era duplice: da un lato quello di ridurre le emissioni e al contempo combattere i problemi legati ad un lavoro sedentario. Trovai la sua idea geniale e da lì si accese la lampadina (in tutti i sensi!) nella mia testa. Dovevo assolutamente portare questa modalità di lavoro a teatro. Nel frattempo morì mio nonno, una figura cruciale nella mia vita, con cui ho la fortuna di essere cresciuto nelle campagne piemontesi. Volevo allo stesso tempo far continuare a vivere la sua memoria e dall’altro parlare di ambiente. Ed ecco che nacque “Mi abbatto e sono felice” in cui alterno momenti della mia vita passata in campagna a riflessioni più generali che prendono spunto dal Movimento per la decrescita felice.
Fare pedalare gli spettatori è anche un modo per fare sentire ogni persona parte dello show… Che tipo di accoglienza sentite dal pubblico? Vi è mai capitato di rimanere al buio?
Per fortuna no!! Tendenzialmente gli spettatori non aspettano altro! Addirittura capita che alcuni arrivino con la borsa della palestra contenente il cambio e si fanno un’ora di allenamento. Non sono tutti così, alcuni resistono poco, ma nell’insieme si crea una bella atmosfera di condivisione e cooperazione.
Come vedi il futuro del nostro Pianeta? Credi le nuove generazioni possano intraprendere azioni concrete?
Credo che dovremo abituarci all’idea che il mondo così come lo conosciamo stia cambiando e non sarà mai più quello di prima. Credo che la strada giusta non sia quella di una resistenza muscolare nei confronti degli inevitabili cambiamenti con cui già stiamo facendo i conti, bensì di una resilienza nei confronti del nuovo mondo che vivremo. Dovremo adattarci, non solo. Dovremo mollare un po’ la nostra ossessione del controllo e godere di più di ciò che abbiamo, consapevoli che dovremo (in realtà è più giusto dire dobbiamo) fare delle scelte, a volte scomode, che non avranno un riscontro immediato, ma che sono un investimento per chi verrà dopo di noi.
Quali sono i vostri prossimi progetti?
In questo momento mi trovo a Prali, in provincia di Torino, a 1500 metri di quota. Sto lavorando al nuovo spettacolo che debutterà a settembre al festival di Todi. Sto cercando di indagare sui cambiamenti in atto oggi nel mondo e sulle storie di persone che stanno in qualche modo cercando di trovare le strategie di adattamento a questi cambiamenti. Sento che per creare empatia la strada giusta sia questa: individuare esempi chiari e tangibili della crisi climatica oggi. Perché non è domani che si verificherà la catastrofe. È in atto adesso e dobbiamo rendercene conto tutti.
Il gruppo Mulino ad Arte ha a cuore il territorio in cui abita e cura le relazioni con le varie realtà locali, in particolare associazioni e scuole, con la convinzione che la cultura faccia crescere le persone e fiorire le città. Offre occasioni di crescita ai giovani del territorio includendoli attivamente nei progetti sviluppati; ne sono un esempio la Mulino Academy, la co-direzione artistica del Festival Teatro a Pedali, le attività collaterali della stagione Arts&Green. Offre servizi per stare vicino alle persone più svantaggiate come una navetta gratuita per raggiungere il teatro e il biglietto sospeso.
Realizza regolarmente spettacoli ad hoc per celebrare le giornate di impegno civile e tenere alta l’attenzione sui temi che investono la società, fra i quali equità, mafia, violenza, responsabilità sociale e ambiente. A partire dal mese di giugno 2020 la compagnia dirige il teatro Il Mulino di Piossasco (TO), dove ha trasferito la sua sede operativa e ha attuato il progetto THE GREEN THEATER–DA VECCHIO MULINO AD ECO TEATRO, vincitore del bando Luoghi della cultura della Fondazione Compagnia di San Paolo. Il progetto si pone l’obiettivo di trasformare la struttura nel primo teatro eco-sostenibile d’Italia. “Il Mulino è la nostra “casa” ma anche un bene comune della cittadinanza, la “casa della cultura”, dove prenderci cura insieme del territorio in cui viviamo”.