Diesel e benzina, Italia verso uno stop: le tempistiche
Diversi Paesi europei hanno già definito le tempistiche per lo stop dei veicoli con motore a diesel e a benzina, e anche l’Italia sembra muoversi verso questa direzione.
È quanto anticipato dal ministro alle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, che durante il “Tech Talk” di Italian Tech ha fatto sapere che il Governo sta pensando a una possibile messa al bando dei motori a combustione interna per il 2040. Il ministro Giovannini ha sottolineato che la discussione è ancora aperta all’interno dell’esecutivo, e che per il momento non c’è niente di certo.
Per una data più certa sarà necessario aspettare non solo le mosse del Governo italiano, ma anche le indicazioni europee: a luglio sarà possibile consultare il pacchetto Fit for 55, che conterrà le misure con cui la Commissione Europea intende centrare l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 55 per cento entro il 2021, come previsto dalla Legge sul Clima.
Tra queste dovrebbe esserci anche il Regolamento Euro 7, volto nello specifico a ridurre le emissioni prodotte dai veicoli che viaggiano su strada, che potrebbe imporre l’obbligo delle zero emissioni a tutti i nuovi veicoli anche prima del 2040.
Se le tempistiche e i dettagli sono ancora incerti, i dubbi che si vada verso uno stop per i veicoli a benzina e a diesel sono davvero pochi. Come ha ricordato anche il ministro Giovannini diversi stati membri dell’Unione Europea hanno già fissato delle proprie deadline, come la Francia e la Spagna che hanno scelto di fermare le vendite nel 2040 e paesi del Nord Europa che puntano addirittura al 2030.
Difficile che in Italia si vada oltre il 2040, ha commentato il ministro, ricordando che siamo di fronte a una tendenza già in atto e che «si fa competizione internazionale anche su questo».
Nel suo intervento il ministro ha anche detto che «dovranno esserci altri incentivi», confermando l’urgenza di spingere anche verso la rottamazione dei veicoli più vetusti e inquinanti. «Dobbiamo rinnovare il parco circolante – ha affermato -, perché è molto vecchio e con molte auto in disuso». Giovannini si è lasciato andare anche a un’osservazione sugli incentivi decisamente poco green che sono stati concessi dallo Stato per alcune realtà. «Abbiamo 16 miliardi di euro di incentivi a favore dell’ambiente e 20 miliardi classificati come dannosi per l’ambiente», ha detto, spiegando che uno dei temi chiave da affrontare sarà proprio l’orientamento di questi 20 miliardi in una direzione più appropriata per la transizione ecologica.
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