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Svolta green per chi vuole andare a sciare nella Val di Pejo, in Trentino

Il comprensorio sciistico sarà il primo a livello mondiale a bandire la plastica

Il comprensorio sciistico della Val di Pejo in Trentino sarà il primo a livello mondiale a bandire la plastica. La stagione invernale partirà con il divieto di utilizzare nei rifugi stoviglie, bicchieri e bottiglie di plastica. Non potranno più essere utilizzate nemmeno le bustine di ketchup e maionese. Nella ski area saranno introdotti dei pannelli informativi che descriveranno il progetto Pejo “plastic free” volto a sensibilizzeranno gli sciatori a limitare l’uso della plastica e per invitarli a riportare a valle i rifiuti, invece di disperderli in quota. Un progetto molto ambizioso tanto che nessuno né in Europa, né a livello mondiale, ci aveva ancora provato, volto a valorizzare uno dei più importanti motori del turismo locale: l’ambiente naturale.

Foto di RitaE da Pixabay

“Ci siamo subito resi conto che il lavoro da fare era imponente ma d’altro canto non volevamo più aspettare. L’economia locale si fonda sul turismo ma questo impone un’attenzione in più affinché le nostre risorse naturali non vengano depauperate. Sono loro il nostro tesoro e lo dobbiamo preservare per i nostri figli e nipoti. Siamo quindi orgogliosi di essere i primi al mondo a fare questo passo, sicuri che ben presto altri seguiranno” ha spiegato il presidente dell’Azienda di Promozione Turistica Val di Sole, Pejo e Rabbi, Luciano Rizzi. La ski area di Pejo si sviluppa tra i 1400 e i 3000 metri di quota e non è la prima volta che si trova ad essere all’avanguardia per quanto riguarda l’ecosostenibilità. Tutta l’energia consumata è prodotta attraverso 3 centrali idroelettriche e c’è addirittura una sovraproduzione che viene immessa in rete. Edifici pubblici e alberghi vengono climatizzati con teleriscaldamento a cippato che sfrutta gli scarti delle lavorazioni boschive e l’acqua utilizzata per l’innevamento programmato è di recupero.

Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixabay

In progetto c’è poi la sostituzione dei gatti delle nevi con modelli ad alimentazione ibrida. Il problema del ritrovamento di plastica nei ghiacciai è molto importante: secondo una ricerca dell’Università Statale di Milano e di Milano Bicocca, nel ghiacciaio dei Forni che si trova in alta Valtellina all’interno del settore lombardo del Parco nazionale dello Stelvio, sono stati ritrovati tra i 131 e i 162 milioni di particelle di componenti plastici, un tasso equiparabile a quello rinvenuto nei mari. “Se le plastiche raggiungono le alte quote, vi rimangono inalterate per molto tempo, anche decenni e poi vengono restituite all’uomo sotto forma di danni ambientali e sanitari, entrando nella nostra catena alimentare. Le iniziative per contenere la diffusione delle plastiche sono quanto mai urgenti. Tutto l’arco alpino dovrebbe adottarle” queste le parole di Christian Casarotto, glaciologo del Museo delle Scienze MUSE di Trento.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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