Da Pantelleria a Marte: un lago siciliano come laboratorio naturale per l’origine della vita

Un piccolo lago termale di Pantelleria potrebbe svelare segreti antichi della vita sulla Terra, e forse anche su Marte. Lo dimostra uno studio italiano pubblicato sull’International Journal of Molecular Sciences, frutto della collaborazione tra il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e le Università della Tuscia e Sapienza di Roma, con il sostegno dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).
Si tratta del lago Bagno dell’Acqua, dove i ricercatori hanno trovato un ambiente naturale con analogie geologiche con Marte e condizioni chimiche simili a quelle della Terra primordiale. Come ricorda la storica intuizione di Darwin in una lettera del 1871: la vita potrebbe essere nata in «un piccolo stagno caldo». Oggi, a oltre 150 anni di distanza, quell’ipotesi trova conferme sperimentali proprio a Pantelleria.
«Il lago ‘Bagno dell’Acqua’ si distingue per la combinazione unica di alta alcalinità, attività idrotermale, diversità mineralogica e attività microbica. Utilizzando l’acqua del lago, ricca di minerali, siamo riusciti a sintetizzare molecole di RNA (una delle due molecole, assieme al DNA, fondamentali per la vita) a partire da alcuni suoi precursori: i nucleotidi contenenti la guanina, una delle quattro famose basi azotate», spiega Giovanna Costanzo, biologa molecolare del Cnr. «A Pantelleria, in un ambiente esterno al laboratorio, abbiamo verificato la possibilità di condurre esperimenti di astrobiologia, sfruttando le proprietà chimiche e fisiche di un lago con caratteristiche simili sia a quelle ipotizzate per la Terra primitiva, ovvero il nostro pianeta circa 4,5 miliardi di anni fa, che a quelle rilevate in aree marziane di grande interesse astrobiologico».

Il team è riuscito a sintetizzare non solo l’RNA, ma anche tutte le basi azotate presenti sia nel DNA che nell’RNA. Inoltre, sono stati ottenuti componenti del PNA (Acido Peptidico Nucleico), un potenziale precursore degli acidi nucleici attuali, che «potrebbe aver rappresentato un ponte tra genetica e metabolismo», aggiunge il chimico Raffaele Saladino dell’Università della Tuscia. «La vita, pertanto, avrebbe potuto avere una modalità di origine chimica comune sia nel lontano passato di Marte che sulla Terra primitiva».
Il progetto Migliora (“Modeling Chemical Complexity: all’Origine di questa e di altre Vite per una visione aggiornata delle missioni spaziali”) rientra in un programma nazionale di astrobiologia coordinato dall’Asi dal 2020. «I risultati di questo progetto costituiscono un tassello fondamentale nella conoscenza dell’origine della vita sulla Terra», sottolinea Claudia Pacelli, responsabile scientifica per Asi. «Riteniamo che queste ricerche contribuiranno inoltre a rafforzare il ruolo della comunità scientifica italiana nel contesto della ricerca astrobiologica internazionale».