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L’alga rossa che accelera lo scioglimento dei ghiacciai

Una neve più scura assorbe più radiazioni e quindi fonde più velocemente. I risultati della ricerca su Presena, Gavia e Stelvio

Ricercatori della Società alpinistica tridentina in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Università Bicocca di Milano e CNR, si sono concentrati sul fenomeno della neve rossa, provocato dalla formazione di un’alga unicellulare chiamata ancylonema nordenskioeldii, che diminuisce la luce riflessa sui ghiacciai, aumentando la radiazione solare assorbita dei nevai. Obiettivo del progetto sia caratterizzare la presenza di alghe sul manto nevoso che determinarne l’effetto sulla riflettività nella neve; per la distribuzione spaziale di queste alghe sono state analizzate immagini acquisite dai sorvoli di un drone che hanno permesso di ricostruire la micromorfologia del terreno mediante la creazione di un modello 3D. Le fotografie acquisite hanno permesso la mappatura delle alghe nivali e la determinazione del loro impatto sull’albedo della neve. Secondo gli scienziati questo fenomeno estivo porterebbe a uno scioglimento più veloce dei ghiacciai del Presena, Gavia e Stelvio.

Società Alpinisti Tridentini

“Il fenomeno fino ad ora era stato studiato in Groenlandia. Per la prima volta in Europa i ricercatori dell’ateneo milanese hanno messo sotto la lente i nostri ghiacciai a rischio ritiro. La fusione dei ghiacciai e delle calotte glaciali è oggi considerata un simbolo del cambiamento climatico. Molti meccanismi complessi sono coinvolti nella fusione del ghiaccio e, tra questi processi, l’oscuramento superficiale dovuto al materiale organico sul ghiaccio nudo ha recentemente ricevuto attenzione dalla comunità scientifica. La presenza di microbi sui ghiacciai ha dimostrato di ridurre l’albedo del ghiaccio e favorirne lo scioglimento“.

Foto di dendoktoor da Pixabay

“La neve stagionale rappresenta una fondamentale risorsa idrica alle medie latitudini. Nelle ultime decadi si è assistito ad una diminuzione della durata della stagione nivale nelle Alpi, indotta dalle tarde precipitazioni autunnali e dalla fusione anticipata in primavera. I meccanismi che regolano la fusione nivale sono complessi e dipendono da parametri sia meteo-climatici che geomorfologici. Oltre alle impurità atmosferiche, come le polveri sahariane, anche particelle di origine biologica possono determinare una diminuzione nella riflettività della neve e quindi modificarne i processi di fusione. Le particelle biologiche più rilevanti sono le alghe nivali. Questi organismi sono in grado di sopravvivere sulla neve e donarle una colorazione rossastra durante i mesi di fusione. L’impatto di questi organismi è molto poco studiato e non è incluso nei principali modelli nivologici” queste le parole del Dott Biagio di Mauro del CNR.

Le proprietà ottiche della neve quindi giocano un ruolo fondamentale nella fusione stagionale: una neve più scura assorbe più radiazioni e quindi fonde più velocemente. Per portare a termine il loro compito, i ricercatori si sono rivolti anche agli escursionisti chiedendo loro di inviare foto e video, indispensabili per capire dove l’alga colpisca di più. Nel 2016 uno studio pubblicato su Nature Communications del GFZ-Helmholtz Centre di Potsdam, il Centro di ricerca tedesco per le geoscienze, aveva già evidenziato come le alghe della neve rossa facessero da acceleratore allo scioglimento dei ghiacciai dell’Artico. Secondo i ricercatori che avevano analizzato campioni provenienti da Groenlandia, Islanda e Isole Svalbard, la neve rossa avrebbe ridotto l’albedo di almeno il 13% durante la stagione estiva.

Foto di Free-Photos da Pixabay

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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