Il 2024 sarà il primo anno oltre 1.5 gradi? È “praticamente sicuro”, dicono gli esperti
Il 2024 sarà probabilmente l'anno più caldo di sempre, superando la soglia dei 1,5°C per la prima volta: fondamentale agire alla COP29 sul clima
L’ultimo bollettino del programma europeo Copernicus suona un ennesimo campanello d’allarme a pochi giorni dalla COP29, la Conferenza ONU sul clima che dall’11 al 22 novembre 2024 si svolgerà a Baku, in Azerbaijan.
È ormai praticamente sicuro che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato a livello globale, si legge nel bollettino sul clima, con una temperatura media annuale che per la prima volta supererà la soglia di 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali. Dopo un ottobre eccezionalmente caldo, avvertono gli esperti, questo nuovo traguardo inquietante è ormai quasi certo, e ci ricorda l’urgenza di agire in modo più concreto e ambizioso.
Clima, un ottobre bollente preannuncia un 2024 senza precedenti
Quello del 2024 è stato il secondo ottobre più caldo di sempre, con una temperatura media globale di 15,25°C, ben 0,80°C al di sopra della media climatica del periodo 1991-2020. Il mese ha visto una temperatura globale media di 1,65°C sopra i livelli preindustriali, segnando il quindicesimo mese negli ultimi 16 in cui questa soglia critica è stata superata.
In Europa, ottobre 2024 si colloca al quinto posto tra i mesi di ottobre più caldi mai registrati, con temperature superiori alla media su quasi tutto il continente. La situazione non è diversa nel resto del mondo, dove regioni come il Canada settentrionale, gli Stati Uniti, il Giappone e l’Australia hanno registrato temperature eccezionalmente alte. La Groenlandia e l’Islanda sono state tra le poche aree a registrare valori sotto la media.
«È ormai praticamente certo che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato e il primo a superare in media la soglia di 1,5ºC rispetto ai livelli preindustriali, secondo i dati ERA5», ha avvertito Samantha Burgess, vice direttrice del Copernicus Climate Change Service.
Questo è il chiaro segnale del disequilibrio climatico a cui ci stiamo affacciando, un’anomalia a livello globale che si manifesta in una maggior energia in gioco, capace di alimentare l’estremizzazione a cui siamo esposti e per cui siamo estremamente vulnerabili.
La recente attualità purtroppo lo dimostra.Occorre trasformare questo dato in azioni risolutive, puntando a evitare il più possibile un ulteriore riscaldamento atmosferico. Oggi, con gli attuali scarsi impegni di riduzione delle emissioni di gas climalteranti, stiamo andando nella direzione sbagliata. Ma possiamo cambiare strada e anche velocità, ricordando che ogni decimo di grado (evitato) è importante!
Serena Giacomin, climatologa di Meteo Expert
I segnali di allarme arrivano anche dagli oceani e dai ghiacci
Anche la superficie del mare ha raggiunto valori di temperatura preoccupanti, con una media globale di 20,68°C nelle aree oceaniche libere dai ghiacci, appena 0,10°C in meno rispetto al record assoluto del 2023. Nel contempo, l’estensione dei ghiacci marini ha registrato livelli molto bassi sia nell’Artico, dove il ghiaccio è stato il 19% sotto la media, sia in Antartide, dove è stato il secondo livello più basso mai osservato per ottobre.
Sarà fondamentale fare passi avanti alla COP29
Gli impatti del clima che cambia sono stati ben visibili in questo 2024 bollente. Condizioni di estrema siccità hanno colpito duramente vaste aree degli Stati Uniti e dell’Africa sud-orientale, con conseguenze spesso catastrofiche. Allo stesso tempo abbiamo assistito all’arrivo di tempeste potentissime e precipitazioni eccezionalmente intense e abbondanti, che hanno provocato la morte di centinaia di persone.
Questi dati non sono solo numeri, ma devono rappresentare una chiamata all’azione.
Lunedì 11 novembre inizierà la COP29, la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, e la certezza che il 2024 supererà la soglia di 1,5°C deve servire come stimolo per impegnarsi in modo più deciso nella riduzione delle emissioni e nelle misure di adattamento ormai fondamentali per affrontare gli impatti della crisi climatica.
«Il superamento della soglia di 1,5°C come media annuale rappresenta un traguardo che non avremmo mai voluto raggiungere – ha commentato Burgess -, e dovrebbe motivare tutti i Paesi a intensificare le proprie ambizioni climatiche».
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