Iniziative

La cura del Pianeta sarà il nostro miglior investimento

Tra obiettivi climatici e Just Transition, le strategie per il futuro sono sempre più chiare. Non ci resta che applicarle.

La Giornata Mondiale della Terra si celebra ogni anno il 22 aprile. La ricorrenza ha ormai più di 50 anni, essendo nata nel 1970, ma nell’ultimo decennio ha assunto proporzioni planetarie riuscendo a coinvolgere più di un miliardo di cittadini del mondo. Perché è così che ci dovremmo definire: cittadini del mondo, abitanti di una casa comune, limitata spazialmente e dalle risorse finite, in cui tutte le ricchezze dovrebbero essere condivise, per il bene collettivo, presente e futuro.

Il tema di quest’anno parla di cura e di investimento: il motto “Invest in Our Planet” invita al pensiero critico e all’attenzione di come dedicarsi alla vita sulla Terra, investendo tempo, energie e denaro, affinché il risultato futuro possa essere esponenzialmente positivo. Del resto, fare un buon investimento è l’unica via per ottenere un buon risultato: un Pianeta più ricco, un ambiente più sano, un sistema più prospero, una qualità della vita più alta, una collettività più sana, una società più giusta. Per fare un cattivo investimento, invece, basterà proseguire così, come abbiamo fatto finora.

E la cosiddetta Just Transition si inserisce a pieno titolo all’interno del concetto di investimento. Più nello specifico la Just Transition ci dice come fare questo investimento. Il principio di una “giusta transizione” esiste in realtà dagli anni ’80, quando è stato utilizzato dai sindacati statunitensi per tutelare i lavoratori interessati da nuove normative sull’inquinamento idrico e atmosferico.  Negli ultimi anni, il concetto ha preso piede in riferimento al raggiungimento degli obiettivi climatici per garantire che l’intera società – tutte le comunità, tutti i lavoratori, tutti i gruppi sociali – siano accompagnati e supportati verso un futuro net-zero.

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) la definisce in questo modo: “Rendere più verde l’economia nel modo più equo e inclusivo possibile per tutti gli interessati, creando opportunità di lavoro dignitose e senza lasciare indietro nessuno“.

L’importanza di una tale trasformazione è sempre più riconosciuta dai governi di tutto il mondo che citano i giusti principi di transizione nei loro piani climatici a breve e lungo termine (noti rispettivamente come contributi determinati a livello nazionale, o NDC, e strategie a lungo termine, o LTS). Secondo l’ultimo rapporto lanciato dall’UNDP, i giusti principi di transizione si riflettono ora nel 38% degli NDC e nel 56% degli LTS, così come in un numero crescente di iniziative globali di alto profilo. Sebbene ci sia sicuramente molto altro da fare, questi sono segnali promettenti.

Perché investire nella Just Transition per affrontare il cambiamento climatico?

Ci sono molti modi in cui una transizione giusta può aiutare i paesi ad affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici, rendendo al contempo verdi le loro economie.

Coinvolgendo il pubblico. Quando i governi riescono dimostrare i vantaggi socioeconomici offerti da una transizione verde (compresi i nuovi posti di lavoro) possono creare un’ampia base di sostegno pubblico per una maggiore ambizione climatica, con cittadini maggiormente determinati nel sostenere le politiche e gli investimenti associati .

Con posti di lavoro di qualità. Occorre sostenere una rivoluzione dei posti di lavoro verdi, in cui i posti di lavoro alternativi creati garantiscano salari dignitosi, adeguate protezioni per la sicurezza sul posto di lavoro e benefici per la salute. Questi posti di lavoro di qualità solleveranno le persone, le loro famiglie e le loro comunità. Ma contribuiranno anche ad attrarre i lavoratori necessari per la trasformazione economica.

Con basi sociali per un’economia net-zero resiliente. Con una pianificazione trasparente e una partecipazione attiva delle parti interessate, i governi possono ridurre al minimo la paura, l’opposizione e il conflitto intercomunitario e generazionale, agevolando l’allontanamento dai combustibili fossili di attività vecchie e altre dannose, come la deforestazione e pratiche di produzione dispendiose.

Promozione di soluzioni locali. Utilizzando una “lente di ingrandimento” per analizzare le azioni per il clima – sottoponendosi quindi ai processi consultivi associati al raggiungimento di una giusta transizione – i paesi possono comprendere meglio gli impatti locali (positivi e negativi) di una determinata strategia e quindi identificare le migliori soluzioni per il loro contesto.

Sforzi concertati per combattere il cambiamento climatico. Le transizioni sono spesso dirompenti ed è necessario uno sforzo deliberato e condiviso per renderle fluide. Una giusta strategia di transizione, integrata nei piani climatici a breve e lungo termine, come NDC e LTS, aiuterà i leader a rimanere concentrati sul compito urgente della rapida decarbonizzazione, cercando anche risultati equi e inclusivi.

Per ultimo, ma non meno importante da sottolineare: una transizione giusta non aiuta solo a far progredire l’azione per il clima, ma aiuta anche a progredire verso tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), in particolare quelli relativi a energia pulita e accessibile, lavoro dignitoso e crescita economica, riduzione delle disuguaglianze e produzione e consumo responsabili.

Serena Giacomin

Fisica, con specializzazione in Fisica dell’Atmosfera. Meteorologa certificata di Meteo Expert, climatologa e presidente dell’Italian Climate Network, il movimento italiano per il clima. Conduce le rubriche meteo in onda sui canali Mediaset e tramite le principali radio nazionali. Oltre alle attività di analisi previsionale, è impegnata nel Progetto Scuole per portare meteo e clima tra i banchi dei bambini e dei ragazzi. Autrice del libro ‘Meteo che Scegli, Tempo che Trovi’.

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