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Tembaine Desert Rally: un’avventura nel deserto che corre verso la sostenibilità

In un’era di crisi climatica, eventi come questo dimostrano che competizioni e sostenibilità possono coesistere, ispirando atleti, spettatori e organizzatori a ridisegnare lo sport

In un mondo dove le competizioni sportive spesso si scontrano con le sfide ambientali, il Tembaine Desert Rally emerge come un modello innovativo di evento che unisce l’adrenalina dell’avventura alla responsabilità ecologica. In programma dal 23 al 30 novembre 2025 nel cuore del deserto tunisino, questa gara di e-bike non è solo una sfida fisica tra dune infinite e antichi villaggi berberi, i ksars, ma un impegno concreto per preservare l’ecosistema sahariano. Con 100 partecipanti selezionati provenienti da tutto il mondo, il rally si snoda su 6 tappe per un totale di circa 400-500 km, alternando trasferimenti e prove speciali. Si divide in due categorie: “Desert Ride” per e-bike omologate (velocità massima 25 km/h) e “Rally Race” per modelli non omologati, enfatizzando strategia e gestione energetica piuttosto che pura potenza.

Foto di Gigi Soldano

Quello che rende il Tembaine davvero unico è il suo approccio alla sostenibilità, intrecciato in ogni fase dell’organizzazione. “Cerchiamo costantemente soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale dell’evento” si legge sul sito ufficiale: l’impegno per l’ambiente è declinato in pratiche concrete che minimizzano l’impronta ecologica e massimizzano il rispetto per la natura fragile del Sahara.

Foto di Gigi Soldano

Un rally elettrico per ridurre le emissioni

Al centro della gara c’è l’uso esclusivo di e-bike, una scelta che di per sé rappresenta un passo verso la decarbonizzazione dello sport off-road. A differenza dei tradizionali rally motoristici come la Dakar che consumano tonnellate di carburante fossile, il Tembaine elimina completamente le emissioni dirette di CO2 durante le fasi di corsa. Le e-bike, con la loro assistenza elettrica, permettono di coprire fino a 80 km per tappa, senza il peso ambientale di motori a combustione interna. Questo non solo riduce l’inquinamento atmosferico ma promuove anche una mobilità sostenibile in contesti remoti dove il trasporto meccanizzato tradizionale è spesso insostenibile.

 

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L’energia per ricaricare le batterie proviene da fonti rinnovabili: pannelli solari portatili vengono spostati tappa dopo tappa nei bivacchi, garantendo un’alimentazione pulita e affidabile. “L’energia nei bivacchi è fornita da batterie ad accumulo alimentate da pannelli solari, con un gruppo elettrogeno solo per emergenze, eliminando così la dipendenza da generatori diesel e mantenendo i costi di ricarica gratuiti per i partecipanti” spiegano gli organizzatori con a capo Alessandro Bettini, mente e cuore del progetto. Una soluzione che non solo abbatte le emissioni ma educa i concorrenti all’uso responsabile dell’energia, trasformando il rally in un laboratorio vivente di transizione ecologica.

Foto di Gigi Soldano

Materiali riciclati e gestione dei rifiuti: zero impatto sul terreno

Il deserto tunisino, con le sue dune di sabbia e le oasi termali, è un ecosistema delicato, minacciato da erosione e inquinamento. Il Tembaine risponde con un protocollo rigoroso di “leave no trace”: tutte le infrastrutture temporanee, dai segnalatori ai campi base, sono realizzate con materiali riciclati, riducendo i rifiuti generati dall’evento. Gli organizzatori investono in tecnologie innovative per il riciclo in loco, come sistemi di compostaggio per i rifiuti organici e contenitori per la raccolta differenziata, assicurando che nulla venga lasciato indietro.

Foto di Gigi Soldano

Ogni partecipante è tenuto a monitorare il proprio impatto attraverso GPS satellitare, non solo per la sicurezza ma anche per tracciare e mitigare eventuali deviazioni dal percorso che potrebbero danneggiare la flora e la fauna locale. Questo approccio proattivo si è già dimostrato efficace nella prima edizione del 2024, dove l’evento ha lasciato il deserto intatto, ispirando i rider ad adottare abitudini green anche nella vita quotidiana.

Impegno sociale: coinvolgere le comunità locali per un impatto positivo

La sostenibilità del Tembaine va oltre l’ambiente, abbracciando anche la dimensione sociale ed economica. L’evento collabora strettamente con le comunità berbere e tuareg del sud della Tunisia, coinvolgendole nella pianificazione dei percorsi e nella logistica. Questo non solo garantisce un’autenticità culturale, con soste in antichi ksars e interazioni con guide locali ma genera anche opportunità di sviluppo: formazione per meccanici e staff, promozione del turismo sostenibile e progetti di sensibilizzazione ambientale nelle scuole vicine. Si punta a stimolare l’economia locale senza sovraccaricare le risorse: i partecipanti alloggiano in strutture eco-compatibili, consumano prodotti del territorio e contribuiscono a fondi per la conservazione.

Verso un futuro green: il Tembaine come ispirazione globale

“Lasciare un’impronta positiva e duratura” è il motto che si traduce in iniziative come piantumazioni di palme nelle oasi e workshop su energie rinnovabili per i residenti. In un contesto dove il turismo di massa minaccia le tradizioni nomadi, il gruppo si pone come alleato per un modello di crescita inclusivo e resiliente. Il Tembaine Desert Rally non è solo una gara; è una dichiarazione d’intenti.

La consapevolezza di aver contribuito a un mondo più verde

In un’era di crisi climatica appuntamenti come questo dimostrano che l’avventura estrema e la sostenibilità possono coesistere, ispirando atleti, spettatori e organizzatori a ridisegnare lo sport. Con solo 100 posti disponibili per l’edizione 2025 l’invito è chiaro: unisciti non per conquistare il deserto ma per proteggerlo. Mentre i partecipanti pedaleranno tra sorgenti termali e canyon rocciosi, il vero trofeo sarà la consapevolezza di aver contribuito a un mondo più verde. Perché, come recita lo slogan dell’evento “Let the Desert Set You Free” e si spera in futuro lo liberi anche per le generazioni future.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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