AtmosferaClimaTerritorio

Uragano Melissa, un mostro da record: è la tempesta più potente del 2025

Le acque insolitamente calde dei Caraibi hanno alimentato un uragano enorme e lento, capace di scaricare quantità di pioggia devastanti e di mantenere venti da record per giorni.

L’uragano Melissa è diventato ufficialmente il terzo ciclone tropicale di categoria 5 dell’Atlantico nel 2025, dopo Erin (ad agosto) e Humberto (a fine settembre). Un evento straordinario: solo un’altra volta nella storia si erano registrati più di due uragani di massima intensità nello stesso anno. Il primato resta al 2005, con Emily, Katrina, Rita e Wilma.

Con Melissa, il biennio 2024-2025 entra anch’esso negli annali: è solo la seconda volta che l’Atlantico conosce due anni consecutivi con più di un uragano di categoria 5. L’ultima volta era accaduto oltre novant’anni fa, tra il 1932 e il 1933.

Una stagione di mostri tropicali

Finora, quattro dei cinque uragani atlantici di quest’anno hanno raggiunto la categoria 4 o 5 sulla scala Saffir-Simpson: la percentuale più alta mai registrata in una stagione. L’unica eccezione è stata Imelda, fermatasi alla categoria 2.

L’uragano Melissa ha mostrato una rapidissima intensificazione, con venti sostenuti fino a 280 km/h e una pressione minima di 906 millibar, la più bassa mai osservata nell’Atlantico così tardi nella stagione. Si tratta anche della tempesta più potente al mondo nel 2025, superando il tifone Ragasa nel Pacifico occidentale.

Il bilancio umano, purtroppo, è già grave: otto vittime accertate, cinque ad Haiti, due in Giamaica e una nella Repubblica Dominicana.

La furia su Giamaica e Cuba

Lunedì l’uragano Melissa ha cominciato a flagellare la Giamaica con venti catastrofici e piogge torrenziali, mentre avanzava lentamente verso Cuba e le Bahamas. Il primo ministro giamaicano Andrew Holness ha definito l’uragano «una minaccia senza precedenti» per l’isola, ordinando evacuazioni di massa e chiedendo aiuto internazionale.

Le autorità stimano che oltre 28.000 persone abbiano dovuto lasciare le proprie case. Le principali infrastrutture, comprese le piste aeroportuali e i porti, rischiano gravi danni. Alcune aree montane, come la regione dei Blue Mountains, risultano già isolate.

A Cuba, le autorità hanno evacuato più di 500.000 persone nelle province orientali e chiuso scuole e trasporti pubblici. Anche nelle Bahamas è scattato l’allarme massimo, con evacuazioni obbligatorie nelle zone costiere più esposte.

uragano melissa
La traiettoria prevista. Fonte: National Hurricane Center, USA

L’uragano come moltiplicatore di disastri

Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO), «i cicloni tropicali rappresentano una delle principali minacce per la vita e le proprietà», anche nelle loro fasi iniziali. Possono durare da un solo giorno fino a un mese e combinano più pericoli — venti estremi, piogge intense, mareggiate, inondazioni, fulmini e tornado — che, interagendo, amplificano il rischio complessivo.

Negli ultimi cinquant’anni, quasi 2.000 disastri sono stati causati da cicloni tropicali, con oltre 770.000 morti e danni economici stimati in 1.400 miliardi di dollari. Si tratta del 38% di tutte le perdite economiche e delle vittime dovute a eventi meteorologici, climatici e idrici nello stesso periodo.

Il ruolo del riscaldamento globale

I dati scientifici mostrano che il numero totale di uragani nel mondo non sta crescendo in modo significativo, ma sta aumentando la quota di quelli più intensi, le categorie 4 e 5. L’aumento della temperatura superficiale degli oceani – una delle conseguenze dirette della crisi climatica fornisce più energia a questi sistemi, favorendo un’intensificazione rapida e violenta.

Come nel caso di Melissa, le acque insolitamente calde dei Caraibi hanno alimentato un uragano enorme e lento, capace di scaricare quantità di pioggia devastanti e di mantenere venti da record per giorni.

L’urgenza degli allarmi precoci

L’aumento della potenza distruttiva dei cicloni tropicali, ricorda la World Meteorological Organization, «rende ancora più cruciale garantire che tutte le persone e le proprietà siano protette da sistemi di allerta precoce».

Un’urgenza evidente anche nel caso di Melissa, dove il rischio non riguarda solo la furia del vento, ma la durata e la lentezza del fenomeno. La speranza è che, nonostante la forza record di Melissa, la preparazione e la cooperazione internazionale riescano a limitare un bilancio che, nelle prossime ore, potrebbe aggravarsi ulteriormente.

 

 


NOTE: questo articolo è stato generato con il supporto dell’intelligenza artificiale.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

Articoli correlati

Back to top button