Incendi Italia 2024: i dati e le regioni più colpite secondo il report ISPRA
Il report ISPRA sugli incendi boschivi in Italia nel 2024 evidenzia un netto calo delle superfici bruciate rispetto al 2023, con Sicilia e Calabria tra le regioni più colpite

Il report ISPRA relativo agli incendi boschivi in Italia nel 2024 offre un quadro dettagliato sull’andamento del fenomeno, sottolineando una significativa diminuzione delle superfici interessate rispetto agli anni precedenti. La stagione 2024 è stata caratterizzata da una maggiore efficacia nelle attività di prevenzione e monitoraggio, contribuendo a limitare i danni agli ecosistemi forestali e agricoli del Paese.
Andamento degli incendi boschivi in Italia nel 2024
Secondo i dati ufficiali del report ISPRA, nel 2024 in Italia sono andati distrutti circa 45.783 ettari di superficie a causa degli incendi boschivi, di cui il 36% rappresentato da terreni agricoli e circa 8.890 ettari di superficie forestale. Questi numeri indicano un calo del 52% rispetto al 2023, un risultato particolarmente positivo che testimonia l’efficacia delle politiche di prevenzione incendi e il miglioramento delle tecnologie di monitoraggio e intervento sul territorio nazionale.
L’analisi evidenzia inoltre che quasi il 27% degli ecosistemi forestali colpiti si trova all’interno di aree naturali protette, sottolineando la necessità di continuare a investire nella tutela di questi ambienti fragili. I dati relativi alla perimetrazione delle aree bruciate sono forniti dal sistema European Forest Fires Information System del programma europeo Copernicus Emergency, ed elaborati da ISPRA con applicazioni di machine learning per il riconoscimento degli ecosistemi coinvolti negli incendi.
Regioni italiane più colpite e distribuzione geografica degli incendi
La distribuzione geografica degli incendi boschivi nel 2024 vede la Sicilia al primo posto per superficie totale bruciata, seguita da Calabria, Lazio, Sardegna, Campania, Puglia e Basilicata. La provincia che ha maggiormente sofferto gli incendi è quella di Reggio Calabria con 10,3 km2, che da sola rappresenta il 41% del totale forestale bruciato in Calabria e il 10% del totale forestale nazionale percorso da incendio. Anche nella provincia di Cosenza e in quella di Nuoro sono bruciati rispettivamente 9,4 km2 e 8 km2 di superficie boschiva.
Al contrario, nelle regioni del Nord come Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto, non si sono registrati grandi incendi di rilievo, grazie anche alla diversa tipologia di copertura forestale e alle condizioni climatiche meno favorevoli alla propagazione del fuoco.
Particolare attenzione viene rivolta alle aree protette, dove la presenza di ecosistemi di pregio rende ancora più urgente il rafforzamento delle misure di sorveglianza ambientale.
Tecnologie e prevenzione: il ruolo del monitoraggio
Il report ISPRA sottolinea l’importanza crescente delle tecnologie di monitoraggio incendi e dei sistemi di allerta precoce. L’utilizzo di postazioni fisse e di strumenti automatici di rilevamento, come quelli adottati dalla Protezione Civile in alcune regioni, ha permesso di individuare più rapidamente i focolai e di ridurre i tempi di intervento. Questi sistemi rappresentano una best practice per la prevenzione degli incendi boschivi e la salvaguardia degli ecosistemi terrestri.
Conclusioni: risultati e sfide future per la tutela ambientale
I risultati del report ISPRA sugli incendi boschivi in Italia nel 2024 confermano che il rafforzamento delle attività di sorveglianza ambientale e la collaborazione tra enti locali e nazionali stanno producendo effetti concreti nella riduzione delle superfici bruciate. Restano però fondamentali l’attenzione alla prevenzione incendi, la tutela delle aree naturali protette e l’innovazione nelle tecnologie di monitoraggio ambientale, per preservare il patrimonio forestale italiano anche nei prossimi anni.