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Combustibili fossili e crisi climatica: dall’IUCN un messaggio storico

Per la prima volta nella storia un organismo multilaterale di portata globale ha riconosciuto ufficialmente che i combustibili fossili sono la causa principale della crisi climatica e della perdita di biodiversità. Il Congresso mondiale dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) ha adottato la Mozione 042, definita come il testo più forte mai approvato sull’estrazione e la fornitura di carbone, petrolio e gas.

«Ogni fase della produzione di combustibili fossili, dall’estrazione alla combustione, distrugge gli ecosistemi che ci sostengono. Deturpa i paesaggi, inquina i fiumi e alimenta l’inquinamento atmosferico», spiega il WWF Italia, che ha commentato la mozione in una nota.

Una svolta nella governance internazionale

Fino a oggi, gli accordi internazionali si erano concentrati sugli effetti dei combustibili fossili, come le emissioni, ma non sulla loro estrazione. La Mozione 042 colma questa lacuna, invitando i governi a gestire gli impatti dei combustibili fossili alla fonte e a promuovere una transizione equa dal carbone, dal petrolio e dal gas. Il testo include anche la protezione dei lavoratori e delle comunità, e la creazione di zone di esclusione dei combustibili fossili in aree ad alta biodiversità – come l’Amazzonia, l’Artico e le barriere coralline.

Secondo la mozione dell’IUCN, attualmente «non esiste un quadro globale coerente per gestire una riduzione equa e rapida dei combustibili fossili». La soluzione proposta include strumenti giuridici innovativi, come il Trattato di non proliferazione dei combustibili fossili, già sostenuto da 17 paesi e da migliaia di organizzazioni della società civile.

La natura prima di tutto

La riduzione dei combustibili fossili è considerata una delle azioni più efficaci per la conservazione della natura, e quindi la protezione del nostro futuro. Ridurrebbe il rischio di estinzioni, limiterebbe la perdita di terreni a causa di inondazioni e incendi e libererebbe risorse oggi impiegate nei sussidi ai combustibili fossili. Questi fondi potrebbero essere reindirizzati alla protezione di foreste, oceani e fauna selvatica, oltre che a finanziare la transizione energetica.

«La speranza per la natura inizia dove finiscono i combustibili fossili», conclude il WWF. Con la COP30 alle porte, l’appello è chiaro: i governi devono trasformare le promesse in azioni concrete. Le generazioni future ci giudicheranno non per ciò che abbiamo promesso, ma per ciò che abbiamo fatto.


NOTE: questo articolo è stato generato con il supporto dell’intelligenza artificiale.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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