Energia

Idrogeno verde, approvati dalla Commissione UE finanziamenti pubblici per 5,2 miliardi di euro

Tra le strategie che l’Unione Europea intende perseguire per affrontare la crisi energetica, garantirsi una maggiore indipendenza e nel frattempo ridurre le emissioni, rientra sempre di più l’idrogeno verde. Al problema della natura intermittente delle rinnovabili, potrebbe infatti sopperire l’idrogeno verde o pulito. Come funziona? In breve, l’elettricità prodotta in eccesso, viene consumata da un elettrolizzatore per generare idrogeno, immagazzinando in tal modo l’energia elettrica nella forma di energia chimica.

Per questo motivo la Commissione Europea mercoledì 21 settembre ha dichiarato di aver approvato 5,2 miliardi di euro di finanziamenti pubblici da 13 Stati membri dell’UE per rafforzare la fornitura di idrogeno rinnovabile e a basse emissioni di carbonio. L’aiuto di Stato dovrebbe sbloccare 7 miliardi di euro di finanziamenti privati ​​per un totale di 35 progetti che coinvolgono 29 aziende, ha affermato la commissione.

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Il progetto, denominato “IPCEI Hy2Use”, è stato elaborato e notificato congiuntamente da tredici Stati membri: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Spagna e Svezia.

“L’idrogeno può essere un fattore di svolta per l’Europa – ha dichiarato la presidente Ursula von der Leyen -. È fondamentale per diversificare le nostre fonti energetiche e contribuire a ridurre la nostra dipendenza dal gas russo. Dobbiamo fare di questo mercato attualmente di nicchia un mercato su vasta scala. Per questo motivo stiamo creando una banca per l’idrogeno e incrementeremo la nostra parteipazione finanziaria a importanti progetti di comune interesse europeo. In tal modo contribuiremo a far sì che si concretizzino innovazioni pionieristiche, che avranno ricadute positive per tutta l’economia dell’UE, e ad alimentare l’economia del futuro”.

 

Per approfondire: Il ruolo dell’idrogeno nell’economia verde

A maggio 2021 l’idrogeno rappresentava il 2% del del mix energetico UE, con produzione da combustibili fossili per il 95% del totale, con la conseguenza di un rilascio di 70-100 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.

L’anno precedente, il 2020, è stato “un anno record per l’azione politica e la produzione di idrogeno a basse emissioni di carbonio – spiega l’IEA nell’ultimo report disponibile – con dieci governi in tutto il mondo che hanno adottato strategie per l’idrogeno. Sono stati installati quasi 70 MW di capacità di elettrolisi, raddoppiando il record dell’anno precedente. Ma nonostante il progresso registrato, la produzione è ben al di sotto di quanto necessario nello scenario “Emissioni zero entro il 2050”. Inoltre, la domanda di idrogeno a basse emissioni di carbonio per nuove applicazioni rimane bassa, limitata al solo trasporto su strada. Pertanto, sono necessari maggiori sforzi nella creazione della domanda e nella riduzione delle emissioni associate alla produzione di idrogeno”.

Il progetto IPCEI Hy2Use coprirà una parte cospicua della catena del valore dell’idrogeno sovvenzionando la costruzione di infrastrutture connesse all’idrogeno elo sviluppo di tecnologie innovative e più sostenibili per l’integrazione dell’idrogeno nei processi industriali di molteplici settori, in particolare quelli che sono più difficili da decarbonizzare, come il settore dell’acciaio, del cemento e del vetro. Si prevede che l’IPCEI promuoverà la fornitura di idrogeno rinnovabile e a basse emissioni di carbonio, riducendo in tal modo la dipendenza dall’approvvigionamento di gas naturale.

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Redazione

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