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Report AIE: la COP28 sarà il momento della verità per le industrie fossili

L'anno scorso le aziende produttrici di combustibili fossili sono state responsabili di appena l'1% degli investimenti globali in energie rinnovabili.

A una settimana dall’avvio di COP28 a Dubai, arriva un importante avvertimento alle industrie fossili di gas e petrolio da parte dell’Agenzia internazionale per l’energia. Secondo la AIE esse si trovano davanti a un cruciale “momento della verità“. Il settore, insomma, deve scegliere se contribuire alla crisi climatica o “diventare parte della soluzione”.

Il direttore dell’Agenzia, Fatih Birol, ha affermato che “la scomoda verità con cui l’industria deve fare i conti è che il successo delle transizioni energetiche pulite richiede una domanda molto più bassa di petrolio e gas, il che significa ridurre le operazioni petrolifere e di gas nel tempo, non espanderle. Non c’è modo di aggirare questo problema”.

L’anno scorso le aziende produttrici di combustibili fossili sono state responsabili di appena l’1% degli investimenti globali in energie rinnovabili. Gli 800 miliardi di dollari attualmente investiti ogni anno nel settore petrolifero e del gas sono il doppio di quanto richiesto nel 2030 in un percorso che limiti il riscaldamento a 1,5 °C.

Il report, denominato “The Oil and Gas Industry in Net Zero Transitions” analizza le implicazioni e le opportunità per il settore che deriverebbero da un maggiore impegno internazionale per raggiungere gli obiettivi energetici e climatici. Pubblicato in vista del vertice sul clima COP28 di Dubai, il rapporto speciale illustra ciò che il settore globale del petrolio e del gas dovrebbe fare per allineare le proprie attività agli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Fossili: la domanda globale di gas e petrolio raggiungerà il picco nel 2030

Secondo le ultime proiezioni dell’AIE, anche con le attuali politiche, la domanda globale di petrolio e gas è destinata a raggiungere il picco entro il 2030. Un’azione più incisiva per affrontare il cambiamento climatico comporterebbe un netto calo della domanda di entrambi i combustibili. Se i governi rispettassero pienamente i loro impegni nazionali in materia di energia e clima, la domanda scenderebbe del 45% rispetto al livello attuale entro il 2050. In un percorso che porti al raggiungimento di emissioni nette zero entro la metà del secolo, necessario per mantenere l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C, l’uso di petrolio e gas diminuirebbe di oltre il 75% entro il 2050.

Il settore del petrolio e del gas – che fornisce più della metà dell’approvvigionamento energetico globale e impiega quasi 12 milioni di lavoratori in tutto il mondo – ha avuto un ruolo marginale nella transizione verso un sistema energetico pulito. Le compagnie petrolifere e del gas rappresentano attualmente solo l’1% degli investimenti in energia pulita a livello globale – e il 60% di questi proviene da sole quattro compagnie.

In risposta alla pubblicazione del rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, Kaisa Kosonen, Coordinatore delle politiche di Greenpeace International, ha dichiarato:

“Questo rapporto dell’AIE dimostra che se i governi continuano a stare fermi e lasciano che ogni compagnia petrolifera cerchi di essere l’ultima a rimanere in piedi, allora perdiamo tutti. L’autoregolamentazione dell’industria porta al disastro collettivo, quindi il vero momento della verità arriverà al vertice sul clima di quest’anno, quando i governi avranno la possibilità di accordarsi per far passare i combustibili fossili alla storia, in modo equo e veloce. Ogni nuovo progetto sui combustibili fossili viola il limite di riscaldamento di 1,5°C previsto dall’Accordo di Parigi.
Quindi, se avete firmato l’Accordo, smettete di aprire nuovi giacimenti di petrolio e gas e centrali a carbone e avviate una transizione gestita verso l’energia pulita e rinnovabile. Dovrebbe essere così semplice. Coloro che hanno inquinato e tratto i maggiori profitti devono essere responsabilizzati e sostenere finanziariamente le persone, le comunità e i Paesi più vulnerabili nella loro transizione verso l’energia pulita e rinnovabile.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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