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Quanto tempo ci resta per affrontare la crisi climatica?

Dieci anni persi e sempre meno tempo a disposizione: ora lo sforzo necessario per colmare il divario è 4 volte più grande rispetto a 10 anni fa

Nell’ultimo decennio, mentre la politica procrastinava ogni decisione per affrontare la crisi climatica, il tempo disponibile per agire si è ridotto di un terzo. Nel 2010 pensavamo di avere 30 anni a disposizione per dimezzare le emissioni globali di gas a effetto serra. Oggi la consapevolezza è aumentata e molti Paesi stanno iniziando a introdurre politiche per il clima, ma sappiamo anche che per minimizzare gli effetti del cambiamento climatico questo deve avvenire entro i prossimi 10 anni. Per questo lo sforzo che si chiede al Mondo è ancora più grande.

Una ricerca pubblicata su Nature, partendo dai dati degli “Emissions Gap Report” del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente degli ultimi 10 anni, ha cercato di definire con maggior chiarezza cosa è andato storto e quali sono le tempistiche di azione per raggiungere l’obiettivo di mantenere il riscaldamento al di sotto della soglia dei 1,5°C.

Il risultato della ricerca mostra come il divario tra le azioni necessarie e l’obiettivo finale sia diventato 4 volte più grande rispetto al 2010. Come mai? Innanzitutto le emissioni di gas serra sono aumentate del 14% tra il 2008 e il 2018. Ciò significa che le emissioni ora devono essere ridotte più velocemente di quanto stimato inizialmente. In secondo luogo la comunità internazionale ha compreso l’importanza di frenare il riscaldamento globale ad una soglia inferiore rispetto a quanto deciso 10 anni fa (da 2°C a 1,5°C). Infine, l’impegno climatico dei Paesi si è dimostrato insufficiente.

Crisi climatica: ora abbiamo meno tempo e obiettivi più urgenti

Di più e più velocemente. Se ci fossimo impegnati dal 2010, dopo l’Accordo di Copenhagen e Cancun (2009 e 2010), nella riduzione delle emissioni per raggiungere l’obiettivo dei 2°C, il taglio delle emissioni sarebbe stato del 2% annuo. Peccato però che le emissioni da allora siano aumentate. Di conseguenza oggi è necessario un taglio delle emissioni di più del 7% ogni anno per restare sotto la soglia di 1,5°C, stabilita dall’Accordo di Parigi del 2015 (circa il 3% all’anno per la soglia di 2°C). Inoltre la finestra di tempo a disposizione si è rimpicciolita drasticamente: nel 2020 si stimava fosse di 30 anni, oggi è di soli 10 anni per 1,5°C (25 anni per 2°C).

Dal 2015 ad oggi le emissioni sono diminuite solo del 3%, e in futuro potrebbe non migliorare. Infatti non tutti i Paesi del Mondo sono a bordo, anzi. Le emissioni di Cina, Stati Uniti e Russia potrebbero continuare su questo passo fino al 2030 e quelle di Brasile e Indonesia potrebbero addirittura aumentare. Dei sette grandi Paesi a generare più emissioni, solo Europa e India potrebbero ridurre la quantità di gas serra emessa in atmosfera.

Per colmare questo divario è necessario che ogni Paese, ogni settore, impresa e comunità adotti al più presto azioni mirate per raggiungere gli obiettivi climatici. Non possiamo più perdere tempo.

Silvia Turci

Ho conseguito una laurea specialistica in Comunicazione per l’Impresa, i media e le organizzazioni complesse all’Università Cattolica di Milano. Il mio percorso accademico si basa però sullo studio approfondito delle lingue straniere, nello specifico del francese, inglese e russo, culminato con una laurea triennale in Esperto linguistico d’Impresa. Sono arrivata a Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995) nel 2014 e da allora sono entrata in contatto con la meteorologia e le scienze del clima: una continua scoperta che mi ha fatto appassionare ogni giorno di più al mio lavoro.

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