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Iran, emergenza siccità: solo il 7% delle dighe è pieno, crisi idrica senza precedenti

L’Iran vive la peggiore siccità degli ultimi 100 anni: solo il 7% delle bacini delle dighe è pieno, 19 dighe quasi prosciugate e a Teheran sono state avviate interruzioni notturne dell’erogazione idrica.

La crisi idrica che sta colpendo l’Iran nel 2025 ha raggiunto livelli mai registrati prima: secondo gli ultimi dati ufficiali, solo il 7% dei bacini delle dighe è pieno, mentre il 93% risulta praticamente vuoto. Ben 19 grandi dighe sono ormai quasi prosciugate, con una capacità residua inferiore al 5%. Questa situazione mette a rischio la fornitura di acqua potabile per milioni di persone, in particolare nella capitale Teheran, dove le autorità hanno avviato interruzioni notturne dell’erogazione idrica per gestire l’emergenza.

Siccità storica e riserve idriche ai minimi

La siccità che affligge l’Iran è la più grave degli ultimi cento anni. Le cause principali sono il cambiamento climatico, che ha ridotto drasticamente le precipitazioni e le nevicate, e le temperature elevate che aumentano l’evaporazione dai bacini idrici. A ciò si sommano decenni di cattiva gestione delle risorse idriche, perforazioni incontrollate di pozzi e pratiche agricole inefficienti. Il livello dell’acqua nella diga di Amir Kabir, fondamentale per Teheran, è sceso ai minimi storici, minacciando la regolare distribuzione idrica nella metropoli.

Effetti sulla popolazione e sulle infrastrutture

Le conseguenze della crisi idrica sono evidenti: milioni di cittadini sono costretti a ridurre il consumo idrico quotidiano e a fare i conti con tagli notturni dell’acqua. Il Ministero dell’Energia ha lanciato appelli urgenti per contenere i consumi e prevenire ulteriori razionamenti. La carenza di acqua non solo mette a rischio la salute pubblica, ma compromette anche la produzione agricola e la generazione di energia idroelettrica, aggravando la situazione economica e sociale del Paese.

Prelievo eccessivo e abbassamento delle falde

La crisi è aggravata dall’eccessivo prelievo dalle falde acquifere sotterranee, che sta causando il cedimento del terreno in alcune aree urbane. Negli ultimi vent’anni sono stati perforati centinaia di migliaia di pozzi, molti dei quali illegali, portando a un utilizzo insostenibile delle risorse idriche sotterranee. Il deficit idrico della capitale supera i 500 milioni di metri cubi, mentre la quantità d’acqua disponibile è meno della metà rispetto alla media stagionale.

Prospettive per Teheran e le principali città

Teheran, città di oltre nove milioni di abitanti, affronta il sesto anno consecutivo di siccità. Le dighe che riforniscono la capitale sono ai livelli più bassi degli ultimi 60 anni, con alcune sotto il 10% della capacità. Sono a rischio sia l’approvvigionamento idrico sia la produzione energetica, mentre la popolazione è costretta ad adattarsi a una nuova normalità fatta di restrizioni e incertezza sull’accesso all’acqua.

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