Emissioni, le aziende di carne e latticini stanno aggravando la crisi climatica. E c’è anche un gruppo italiano
Secondo un report di Greenpeace Nordic, le emissioni stimate di 29 tra le principali aziende del settore sono paragonabili a quelle delle più grandi aziende di combustibili fossili
Le emissioni di metano delle grandi aziende di carne e latticini non possono più essere ignorate. Le industrie in questione sono infatti responsabili di massicce emissioni di metano che stanno aggravando la crisi climatica. A rivelarlo è un recente rapporto di Greenpeace Nordic, che stabilisce come le emissioni stimate di metano di 29 tra le principali aziende del settore, tra cui il gruppo italiano Cremonini, siano paragonabili a quelle delle più grandi aziende di combustibili fossili.
Emissioni, il metano è un un gas serra 80 volte più potente dell’anidride carbonica (CO2)
Il metano è dunque un gas serra ottanta volte più potente della CO2 nell’arco di vent’anni dall’emissione e oggi gli allevamenti intensivi rappresentano la più grande fonte di metano di origine antropica. Ridurre queste emissioni è di fondamentale importanza se si vuole rallentare la crisi climatica.
Proprio per questo, soprattutto nei Paesi più ricchi, è necessaria una trasformazione del settore zootecnico, accompagnata da una riduzione della sovrapproduzione e del consumo eccessivo di carne e latticini. Una trasformazione che deve essere a sua volta affiancata da una transizione verso una dieta maggiormente a base vegetale. Tutto questo non solo ridurrebbe l’impatto sull’ambiente della zootecnica ma potrebbe abbassare la temperatura globale di 0,12°C entro il 2050. Continuare a ignorare l’impatto ambientale delle aziende di carne e latticini significherebbe aumentare le temperature medie globali di altri 0,16°C già nel 2030.
Il ruolo dell’Italia: il Gruppo Cremonini e il suo impatto sull’ambiente
Tra le aziende produttrici di carne e latticini che impattano maggiormente sull’ambiente figura anche la holding italiana Cremonini, il più grande produttore di carne bovina in Italia, nonché uno dei principali attori del mercato europeo. Per rendere l’idea, sottolinea Greenpeace, Cremonini controlla numerosi marchi nazionali come Montana, Manzotin, Fiorani e Montagna, e rifornisce di carne bovina McDonald’s Italia.
Nel 2022 il gruppo Cremonini, tramite la controllata Inalca, ha commercializzato quasi 480.000 tonnellate di carne, per un totale di emissioni stimate pari a 0,32 megatonnellate di metano. Nonostante questo, ora come ora, non risulta che l’azienda abbia fissato degli obiettivi a medio termine per ridurre le emissioni.