Inquinamento

Inquinamento: diminuiscono le morti premature nell’UE ma bisogna fare di più per la qualità dell’aria

Le vittime nel 2020 sono state 238000 in Europa ma dal 2005 il calo dei decessi si attesta al 45%

L’AEA, Agenzie Europea dell’Ambiente, ha pubblicato il nuovo report “Qualità dell’aria in Europa 2022” che presenta lo stato della qualità dell’aria nel Continente, valuta gli impatti dell’inquinamento atmosferico sulla salute e sugli ecosistemi e identifica le fonti di emissioni nell’aria.

La scarsa qualità dell’aria, soprattutto nelle aree urbane, continua a incidere sulla salute dei cittadini europei. Secondo le ultime stime, almeno 238.000 persone sono morte prematuramente nell’UE nel 2020 a causa dell’esposizione all’inquinamento da PM2,5 superiore al livello guida dell’OMS di 5 µg/m3. L’inquinamento da biossido di azoto ha portato a 49.000 morti e l’esposizione all’ozono a 24.000 morti premature nell’UE.

Crediti EEA

Secondo l’analisi, l’inquinamento atmosferico continua a rappresentare un rischio significativo per la salute in Europa, causando malattie croniche e morti premature. Nel 2020, il 96% della popolazione urbana dell’UE è stata esposta a concentrazioni di particolato fine (PM2.5) superiori al livello guida dell’OMS di 5 microgrammi per metro cubo (µg/m3) di aria.

Dal 2005 al 2020, il numero di decessi precoci dovuti all’esposizione al PM2,5 è diminuito del 45% nell’UE. Se questa tendenza dovesse continuare, l’UE dovrebbe raggiungere l’obiettivo di una riduzione del 55% delle morti premature entro il 2030 presente nel piano d’azione per l’inquinamento zero.

Smog: un danno anche per biodiversità, foreste, e raccolti

L’inquinamento atmosferico danneggia anche la biodiversità , le colture agricole e le foreste, causando gravi perdite economiche.  Nel 2020, livelli dannosi di deposizione di azoto sono stati osservati nel 75% dell’area totale dell’ecosistema dell’UE. Ciò rappresenta una riduzione del 12% dal 2005, mentre l’obiettivo del piano d’azione per l’inquinamento zero dell’UE è di raggiungere una riduzione del 25% entro il 2030.

Secondo l’analisi dell’AEA, nel 2020 in Europa il 59% delle aree forestali e il 6% dei terreni agricoli sono stati esposti a livelli dannosi di ozono troposferico. Le perdite economiche dovute agli impatti dell’ozono troposferico sui raccolti di grano sono state pari a circa 1,4 EUR miliardi in 35 paesi europei nel 2019, con le maggiori perdite registrate in Francia, Germania e Polonia.

Inquinamento da particolato in Europa: il riscaldamento degli edifici maggiore responsabile

La principale fonte di inquinamento da particolato in Europa proviene dalla combustione di combustibili nel settore residenziale, commerciale e istituzionale, mostra l’analisi dell’AEA. Tali emissioni sono principalmente legate alla combustione di combustibili solidi per il riscaldamento degli edifici. Nel 2020, il settore è stato responsabile del 44% delle emissioni di PM10 e del 58% di PM2,5. Altre fonti significative di questi inquinanti includono l’industria, il trasporto su strada e l’agricoltura.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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