Inquinamento

Sembrava che il 2020 potesse diventare per l’ambiente il miglior anno dell’ultimo secolo ma gli scienziati lo smentiscono

Secondo ricercatori dell'Università di Cambridge la riduzione dell'inquinamento durante il primo lockdown non sembra sufficiente per invertire la rotta sul cambiamento climatico

La pandemia globale COVID-19 ha portato a misure di blocco senza precedenti in tutto il mondo per ridurre la diffusione della malattia, causando anche enormi tagli dell’attività economica e corrispondenti riduzioni delle emissioni delle automobili (40-75%), dell’industria (circa 35%) e degli aeromobili (50-90%). Oltre a ridurre le emissioni di gas serra, come l’anidride carbonica (CO2) di un totale dell’11-25%, il primo lockdown ha causato una drastica riduzione di molti inquinanti atmosferici. La qualità dell’aria in molte regioni è migliorata in quel periodo ma la riduzione di questi inquinanti può influire a livello globale?
Due ricercatori dell’Università di Cambridge, Scott Archer Nicholls e James Weber, per rispondere a questa domanda, hanno costruito un modello climatico computerizzato alimentandolo con i dati relativi alle emissioni registrate nel periodo che va da febbraio a giugno 2020. “Nel nostro studio, abbiamo utilizzato un modello di computer all’avanguardia per simulare l’atmosfera in cinque scenari: un caso “business as usual” senza blocco. Poiché le emissioni sono diminuite durante il blocco, abbiamo scoperto che le riduzioni di questi diversi inquinanti hanno avuto solo un piccolo impatto sul clima, in parte a causa dei loro impatti opposti. Capire come i diversi inquinanti influenzano il clima è essenziale per migliorare le previsioni dei futuri cambiamenti climatici e il periodo di blocco fornisce un banco di prova unico per le nostre teorie”.

Foto di Steve Buissinne da Pixabay

La conclusione è che nonostante la sensibile riduzione delle emissioni globali e degli inquinanti, l’effetto complessivo sul clima del lockdown è stato praticamente nullo, poiché le varie componenti che agivano in direzioni diverse si sono, di fatto, compensate. Nonostante quindi abbia contribuito in maniera sensibile alla riduzione dell’inquinamento, non sembra sufficiente per invertire la rotta sul cambiamento climatico. I gas serra più pericolosi, CO2 e metano, rimangono nell’atmosfera per decenni a differenza delle particelle solide o di altri gas come il monossido di azoto. A un certo punto sembrava che il 2020 potesse diventare almeno per l’ambiente il miglior anno dell’ultimo secolo proprio per le restrizioni anti-covid adottate in tutto il mondo; in realtà l’effetto sul clima è piccolo e temporaneo. I livelli di CO2 nell’atmosfera sono ancora in aumento, solo leggermente più lenti di quanto avrebbero fatto altrimenti. Il diverso mix di gas prodotto dalle attività dell’uomo, dai trasporti e dall’industria può incidere in maniera diversa sul clima: studi condotti in passato avevano già dimostrato che la repentina chiusura di buona parte delle attività industriali provocherebbe un innalzamento delle temperature nel breve periodo proprio a causa della diminuzione dell’effetto ombrello causato dalle particelle solide sospese nell’atmosfera. Le produzioni industriali immettono nell’atmosfera grandi quantità di particelle che schermano dai raggi del Sole, andando così a compensare il riscaldamento provocato dalle emissioni di CO2 e di altri gas serra. Allo stesso tempo gli impianti di riscaldamento e le auto più vecchie e inquinanti immettono nell’aria tonnellate di fuliggine, una sostanza nera prodotta dalla combustione, che trattiene il calore riscaldando il Pianeta.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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