Clima Italia: giugno 2025 estremo per caldo e siccità
L’anomalia mensile della temperatura media è stata di +2.7°C, caldo record ad alta quota

Le elaborazioni statistiche relative ai dati delle stazioni meteo monitorate da Meteo Expert confermano che, per l’Italia, il giugno 2025 è stato segnato da un clima eccezionalmente caldo e dalla siccità, con la frequente presenza dell’Anticiclone Nordafricano sul comparto centro-occidentale del continente e del Mediterraneo. In effetti, giugno segna un cambio netto della circolazione atmosferica rispetto al mese precedente, organizzandosi fin dall’inizio secondo uno schema pienamente estivo, con alta pressione, poche perturbazioni, in gran parte marginali, e risalite di masse d’aria subtropicale verso l’Europa e l’Italia.
Clima Italia, a giugno caldo eccezionale soprattutto ad alta quota
Il mese è trascorso con una temperatura media costantemente oltre la norma, il cui andamento mostra una serie di impulsi in progressiva crescita. In particolare, nei periodi dal 12 al 16 e dal 24 in poi, sono venute a configurarsi due vere e proprie ondate di calore, la seconda delle quali molto più intensa e duratura rispetto alla prima. Nonostante il caldo estremo con picchi prossimi ai 40°C, e anche leggermente oltre in alcune zone interne del Centro-Sud e delle Isole, alle basse quote non sono stati ritoccati i record storici.
Al contrario, in quota le temperature hanno raggiunto livelli mai toccati in precedenza, in particolare negli ultimi giorni del mese. Questo è testimoniato dai radiosondaggi che hanno rilevato lo zero termico oltre i 5000 metri, ad altezze superiori a quelle osservate nelle rilevazioni passate, che rappresentano, quindi, i nuovi primati di giugno: Cuneo 5104 m, Bologna 5280 m, Roma (Pratica di Mare) 5547 m, Payerne (Svizzera) 5125 m. Per la Svizzera si tratta della prima volta che in giugno vengono superati i 5000 metri.
Un altro dato che conferma l’eccezionalità del caldo in quota è il valore di temperatura massima di 16.6°C osservato a Plateau Rosa il 29 giugno, che rappresenta non solo il record del mese, ma anche il record assoluto per questa stazione.
A conti fatti l’anomalia mensile della temperatura media è stata di +2.7°C, il 3° valore più elevato della serie storica, molto vicino ai +2.8°C del 2022 (2° posto), ma abbastanza distante dal record del 2003 (+3.3°C). Le distanze si accorciano considerando la media delle temperature massime che, per questo giugno, ammonta a +3.3°C, 2° valore più elevato dopo quello del giugno 2003 (+3.7°C). Per il solo Centro-Nord si è trattato del 2° giugno più caldo, naturalmente sempre dopo il 2003, con scarti di +2.9°C per le regioni settentrionali e +3°C per quelle centrali. Al Sud le anomalie sono state più contenute, ma occorre segnalare il notevole dato di Napoli che, con uno scarto di +3.3°C sulla temperatura media mensile, ha trascorso il giugno mediamente più caldo dall’inizio delle misurazioni.
Il dato da inizio anno torna a crescere risalendo a +1.4°C, valore eccezionale che sale al primo posto fra i più elevati, insieme ai primi semestri del 2024 e del 2007, al di là di qualche centesimo di grado di differenza.
Clima Italia, siccità estrema a giugno: manca il 61 per cento della pioggia tipica del mese
Per quel che riguarda le piogge, giugno è il primo mese dell’anno così nettamente siccitoso da nord a sud. Il deficit idrico ammonta a -61% rispetto alla norma, che rappresenta il secondo mese di giugno più avaro di acqua nell’ambito della serie storica, dopo il primato del 2019 (-73%).
In molte aree del Centro-Sud le precipitazioni sono state assenti o del tutto irrilevanti, mentre al Nord si è verificato un numero maggiore di eventi piovosi. Il numero di giorni piovosi (accumulo maggiore o uguale a 1 mm in 24 ore) mediato sull’intero territorio nazionale è pari a 1.8, dato dalla combinazione dei 3.3 giorni al Nord, 1.3 al Centro e 0.4 al meridione. Solo lungo l’arco alpino è stato osservato un numero di giorni con precipitazioni più vicino alla norma, con accumuli mensili talvolta anche superiori alla media.
Naturalmente non sono mancati eventi di forte intensità, con grandine e intense raffiche di vento, come ad esempio la fase instabile appena dopo la metà del mese, causata dal transito di una goccia fredda dal Nord-Est verso il Centro-Sud, residuo della perturbazione che ha interrotto la prima ondata di calore producendo molti temporali associati a locali nubifragi con grandine grossa e un temporaneo tracollo termico nelle regioni coinvolte.
Oppure, l’evento di fine mese che ha interessato l’arco alpino con precipitazioni molto intense favorite dalla notevole instabilità incrementata anche dal caldo estremo che ha avuto il suo apice in quota proprio nei giorni precedenti e che ha causato delle criticità come l’improvvisa piena ed esondazione del fiume Frejus a Bardonecchia con, purtroppo, anche una vittima.
La battuta d’arresto per quel che riguarda gli accumuli mensili delle precipitazioni ha determinato una contrazione del bilancio da inizio anno, il quale, tuttavia, resta mediamente positivo (+25%) su tutto il Paese, con gli scarti più ampi al Nord e sulle isole maggiori.

