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Tempesta Vaia: 2 anni dopo, dagli alberi schiantati sorge l’edificio di legno più alto d’Italia

Con il legname abbattuto dalla furia della tempesta Vaia si sta costruendo un edificio record

A due anni di distanza, le ferite provocate dalla tempesta Vaia non si sono ancora rimarginate del tutto: il 29 ottobre 2018 piogge torrenziali e raffiche di vento potenti come quelle di un uragano hanno sferzato l’area alpina del Nord-Est. 42.500 ettari di foreste distrutte e oltre 9 milioni di metri cubi di legname abbattuti.

Nonostante il ritardo provocato dall’emergenza Coronavirus e dal conseguente lockdown, oggi è stato esboscata quasi la metà di questo legname e i lavori procedono a pieno ritmo, anche grazie a progetti virtuosi che puntano a sostenere le zone colpite e a recuperare il legname a terra. A fare il punto a due anni dalla tempesta Vaia è PEFC Italia, organismo garante della certificazione di gestione sostenibile del patrimonio forestale e dei suoi prodotti, che subito dopo il disastro ha attivato l’omonima Filiera Solidale, pensata per sostenere le zone colpite dalla tempesta tramite legno proveniente dalle piante abbattute da Vaia.

In particolare, dal legname che la tempesta Vaia ha abbattuto in Trentino arriva un nuovo record: a Rovereto sta infatti prendendo forma il più grande edificio in legno d’Italia, vero e proprio simbolo di rinascita. Con i suoi 9 piani per 29 metri, è destinato al social housing ed è costruito al 100% proprio con il prezioso legno degli alberi caduti. 

Gli alberi abbattuti sulle Dolomiti dalla tempesta Vaia rinascono nel Teatro greco di Siracusa

Il progetto comprende anche un altro palazzo di 5 piani, sempre realizzato con legname da schianti: gli edifici sono stati realizzati da Ri-Legno Srl su commissione di Rovim Srl e Finint nell’ambito di un progetto di social housing; il legname strutturale, che costituisce il 90% del totale, è stato ingegnerizzato, fornito ed installato da X-Lam Dolomiti: si tratta di pannelli realizzati con legno trentino proveniente da legname schiantato dalla tempesta della Magnifica Comunità di Fiemme e di Primiero.

Scegliere il legno per la realizzazione dell’edificio ha permesso di ridurre drasticamente l’impronta climatica dell’opera, il legno infatti è un vero e proprio deposito di carbonio che viene assorbito come CO2 tramite la fotosintesi delle piante: in ogni metro cubo di legname – fa sapere PEFC Italia – è stoccato il carbonio corrispondente a 0,92 t di CO2 . A questo si aggiunge il costo energetico legato a produzione e smaltimento, molto basso in relazione alla materie concorrenti (calcestruzzo, metalli), con un risparmio medio di 0,7 t di CO2 per mc di legno impiegato.

«Il risparmio di emissioni rispetto all’edilizia tradizionale è dell’ordine del 50-70%: quello che abbiamo di fronte è il futuro dell’edilizia – commenta Francesco Dellagiacoma, presidente del PEFC Italia -, un elemento centrale del green deal cui l’Italia è chiamata a partecipare per contribuire all’obiettivo di ridurre le emissioni del 55% e contenere gli effetti della crisi climatica, come indicato dall’UE».

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Valeria Capettini

Laurea triennale in Lettere e magistrale in Comunicazione, dal 2021 sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Nel 2016 sono entrata a far parte della squadra di Meteo Expert: un'esperienza che mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della climatologia lavorando fianco a fianco con alcuni dei maggiori esperti italiani in questo settore. La crisi climatica avanza, con conseguenze estremamente gravi sull’economia, sui diritti e sulla vita stessa delle persone. Un'informazione corretta, approfondita e affidabile è più che mai necessaria.

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