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Caldo record in Sud America: temperature estreme tra Brasile e Bolivia

Ad un mese dall’inizio dell’estate per l’emisfero sud, Brasile e Bolivia hanno diramato un’allerta rossa per caldo eccezionale, con temperature che registrano già valori record per il periodo.

In Brasile l’allerta riguarda 3 mila centri abitati, in cui vivono più di 100 milioni di persone. Domenica scorsa Rio de Janeiro ha registrato una temperatura di 42,5 gradi, un record per il mese di novembre, e l’aumento dell’umidità ha peggiorato la situazione facendo percepire temperature intorno ai 58 gradi. L’ondata di caldo in Brasile dovrebbe continuare almeno fino a venerdì 17.

Martedì pomeriggio, secondo i dati ufficiali dell’Istituto Nazionale di Meteorologia (Inmet), la città di San Paolo ha registrato una temperatura media di 37,3°C. Si tratta in molti casi di temperature di 5 o più gradi superiori alla norma, e il perdurare dell’ondata di caldo, per 5 o più giorni, potrebbe rappresentare un serio pericolo per la salute.

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Fonte Climate Reanalyzer

Anche il Servizio nazionale di meteorologia e idrologia della Bolivia ha emesso martedì un’allerta rossa per l’ondata di caldo in sette dei nove dipartimenti del Paese. I dipartimenti maggiormente provati dal caldo includono Santa Cruz, Beni, Pando, Tarija, Chuquisaca, Cochabamba e il nord di La Paz, dove si prevede che le temperature massime raggiungeranno tra i 38 e i 44 gradi. Ieri sono stati registrati già 44.1 gradi a San Jose de Chiquitos. Si tratta di un’ondata di calore eccezionale: in alcune zone della Bolivia i 20 giorni più caldi degli ultimi 70 anni si sono verificati tutti nelle ultime settimane. E nel fine settimana il caldo record proseguirà.

Caldo anomalo nel Sud America e l’influenza del Nino

Il clima in Brasile è stato più caldo del normale anche nei mesi precedenti. Lo rivela una recente ricerca di Inmet, in cui risulta che la temperatura media del Paese è stata più calda del normale da luglio fino ad ottobre.

A giocare probabilmente un ruolo in questo riscaldamento anomalo, oltre all’aumento delle temperature globali provocato dalle emissioni delle attività umane, c’è anche il fenomeno del Nino che sta per entrare nella fase più intensa del suo ciclo: secondo le ultime proiezioni della NOAA, infatti, El Nino dovrebbe vivere la fase più calda tra novembre e gennaio 2024, per poi continuare fino alla primavera dell’emisfero nord: sulla base delle ultime previsioni, c’è una probabilità superiore al 55% che almeno un “forte” El Niño (≥ 1,5°C in Niño-3,4) persista da gennaio a marzo 2024, e potrebbe durare (con una probabilità del 62%) fino al periodo aprile-giugno 2024.

Il grande caldo sta facendo schizzare la domanda di elettricità del Brasile, dove molti, per sopportare le alte temperature, hanno acceso ventilatori e condizionatori. Per questo si sono già verificate delle interruzioni di corrente sia a San Paolo che a Rio de Janeiro.

In questa situazione gli incendi stanno bruciando vasti settori del bioma del Pantanal, la più grande zona umida tropicale del mondo che si estende anche su parti degli stati del Mato Grosso e del Mato Grosso do Sul. Secondo il Laboratorio di applicazioni satellitari ambientali dell’Università Federale di Rio de Janeiro, gli incendi hanno devastato un’area grande quanto Cipro, ovvero più di 947.000 ettari.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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