Carbon Planet, l’azienda che permette alle imprese di compensare e rimuovere le proprie emissioni con crediti di carbonio
È sempre più urgente ridurre drasticamente le emissioni di gas serra: progetti compensativi di tutela ambientale sono fondamentali
Siamo in un momento storico in cui è sempre più urgente ridurre drasticamente le emissioni di gas serra inquinanti che vanno ad accumularsi nell’atmosfera, contribuendo al surriscaldamento globale: per raggiungere gli obiettivi di carbon neutrality (emissioni di CO2 pari a zero) aziende, organizzazioni, città, regioni sono chiamate ad avviare e potenziare una serie di comportamenti virtuosi che riguardano da un lato la riduzione delle emissioni e dall’altro la compensazione di quelle residue che non è possibile diminuire ulteriormente. Si parla quindi sempre più spesso di crediti di carbonio, particolari certificati corrispondenti a una tonnellata di CO2 non emessa o assorbita che possono essere acquistati per contribuire economicamente alla realizzazione di progetti compensativi di tutela ambientale.
In questo contesto Carbon Planet una nuova start up e società benefit italiana, supporta le aziende nel processo di decarbonizzazione attraverso soluzioni derivanti da progetti di qualificazione e gestione del capitale naturale, fornendo uno strumento che le incentivi nel compiere azioni sostenibili. Attraverso la tecnologia blockchain permette alle imprese di compensare e rimuovere le proprie emissioni con crediti di carbonio di alta qualità, garantendo la tracciabilità e l’unicità dei certificati di rimozione di CO2 ed evitando il rischio di double counting (il rischio che il credito venga venduto 2 volte).
Alla testa del gruppo il presidente Riccardo Fraccaro che può contare il supporto di esperti e organizzazioni accomunati dalla profonda conoscenza delle tematiche ambientali, tra i quali il botanico e scienziato di fama internazionale Stefano Mancuso; il 29 gennaio 2024 è stata lanciata l’omonima piattaforma online.
Ho avuto la possibilità di intervistare Riccardo Fraccaro, di seguito domande e risposte.
Com’è nata l’idea di dedicarsi alla salvaguardia del Pianeta investendo sui crediti di carbonio?
Per combattere seriamente il riscaldamento globale è necessario fare rapidamente due cose: da un lato ridurre drasticamente le emissioni di gas serra, dall’altro compensare le emissioni residue (non evitabili) stoccando in modo duraturo la CO2 presente in atmosfera. Esistono settori, intere filiere che anziché emettere anidride carbonica la stoccano e lo fanno da sempre in modo efficace. Uno di questi è la filiera del legno, dai boschi ai prodotti, con enormi benefici ambientali e non solo. Un bosco gestito in modo sostenibile aumenta la sua capacità di stoccare l’anidride carbonica, aumenta la biodiversità, riduce i rischi di incendi, crea lavoro in aree spesso a rischio spopolamento. Inoltre la gestione forestale sostenibile ci permette di avere una materia prima che attualmente stiamo andando ad acquistare per la maggior parte all’estero. Un edificio o una struttura realizzata in legno certificato consente di stoccare per almeno 50 anni la CO2 che la pianta ha immagazzinato attraverso la fotosintesi, trasformando il settore delle costruzioni in un settore più virtuoso ed ecosostenibile. Purtroppo più dell’80% dei boschi italiani risulta abbandonato e solo un piccola percentuale delle opere edili oggi utilizzano prodotti naturali, eco-compatibili. I crediti di carbonio sono oggi lo strumento per valorizzare il contributo che filiere come quelle del legno apportano all’intera comunità e di cui oggi abbiamo estremo bisogno.
Come vengono accolte le vostre proposte dalle aziende?
Le aziende che già oggi certificano la loro carbon footprint e fanno un bilancio sostenibilità hanno un interesse legato alla qualità del credito di carbonio. Sempre di più per evitare fenomeni di greenwashing è necessario seguire un percorso serio e credibile che preveda un impegno concreto nella riduzione delle proprie emissioni e nella compensazione di quelle residue. I crediti di alta qualità, come definiti dalla proposta della Commissione Europea, contribuiscono a tracciare questo percorso. Proprio in sede europea i prodotti di legno per costruzioni con vita nominale di almeno 50 anni sono stati indicati come i più adatti a generare crediti di rimozione appunto di alta qualità. Le imprese che invece ancora non hanno avviato un percorso di sostenibilità iniziano ad esser consapevoli che nei prossimi anni sarà una strada inevitabile, sia per una collocazione sul mercato più incisiva, sia per avere un più facile accesso al credito e all’equità.
Cosa significa per lei “sostenibilità”?
Credo che il concetto di sostenibilità possa essere colto solamente se legato ad una dimensione futura. È sostenibile ciò che può essere garantito anche a chi verrà dopo di noi. In tal senso continua ad essere estremamente attuale la definizione di sviluppo sostenibile apparsa per la prima volta nel Rapport Brundtland: “Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”. In questo senso la nostra società sta offrendo una prospettiva terribile ai nostri figli.
So che siete molto fieri dell’accordo di Carbon Planet con l’Associazione Filiera Legno. Quali benefici ne trarrà questo tipo di economia?
Siamo felici di aver siglato l’accordo con l’Associazione Filiera Legno perché rappresenta un’importante opportunità per promuovere e far conoscere le potenzialità del legno nelle costruzioni. Dobbiamo sottolineare che quando parliamo di costruzioni in legno stiamo parlando di strutture modernissime, altamente performanti, antisismiche, ignifughe, con un livello di isolamento termico molto elevato, strutture multipiani, ma soprattutto in grado di migliorare l’ambiente in cui viviamo perché si trasformano in veri e propri carbon sink (serbatoi di carbonio).
Mi può spiegare i vantaggi della tecnologia blockchain presente all’interno della vostra piattaforma?
Abbiamo deciso di utilizzare la tecnologia blockchain per tracciare in modo permanente, sicuro e immutabile i nostri certificati di crediti di carbonio di rimozione (CDR). Questa tecnologia garantisce maggior trasparenza all’intero percorso di generazione della CO2 rimossa in modo da evitare il c.d. double counting, ossia il rischio che il credito venga venduto 2 volte.
Progetti per il futuro?
Nel futuro desideriamo aprirci ai mercati esteri e ad altre forme di rimozione del carbonio come il biochar.
Riusciremo a raggiungere gli obiettivi fissati dall’agenda ONU 2030?
Gli obiettivi fissati dall’agenda ONU 2030 sono tanto fondamentali quanto ambiziosi. Non solo il clima, ma entro il 2030 dovremmo sradicare la povertà estrema per tutte le persone nel mondo, garantire a tutti l’accesso ad alloggi adeguati, nonché l’accesso universale ed equo all’acqua potabile, solo per citarne alcuni. Sono cambiamenti epocali che richiedono una volontà e una consapevolezza che oggi ancora manca. Non siamo sulla strada giusta purtroppo. Serve un enorme impegno concreto se vogliamo che sia adeguato all’entità delle sfide che abbiamo di fronte.