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Sulle Alpi i ghiacciai si tingono di rosso, uno studio italiano rivela cosa c’è dietro

Ghiaccio color porpora in alcune zone delle Alpi: è colpa di alcune alghe, che accelerano la fusione dei ghiacciai

In alcune zone i ghiacciai delle Alpi sono apparsi più scuri, e in particolare con una tinta che tende al rosso porpora: una ricerca dell’Università di Milano-Bicocca ha svelato quale fenomeno si cela dietro questo strano cambiamento e, purtroppo, le notizie non sono buone.

A cambiare il colore dei ghiacciai sulle Alpi sono infatti alcune specie di alghe, che oltre a rendere più scuro il ghiaccio hanno l’effetto di contribuire alla sua fusione. Il fenomeno era già stato studiato in Groenlandia, ma per la prima volta i ricercatori italiani lo hanno quantificato in Europa e hanno pubblicato i risultati del loro studio sulla rivista Scientific Reports.

giacciai alpi
La dark zone della Groenlandia ripresa dal satellite europeo Sentinel-3. Crediti: Di Mauro, B., Garzonio, R., Baccolo, G. et al. Glacier algae foster ice-albedo feedback in the European Alps. Sci Rep 10, 4739 (2020)

Queste alghe trovano le condizioni ideali per moltiplicarsi durante i mesi più caldi, quando sui ghiacciai delle Alpi si forma l’acqua di fusione, e accelerano ulteriormente la fusione di neve e ghiaccio per via del loro colore. Essendo più scure, infatti, aumentano la radiazione solare assorbita dai ghiacciai.

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Biagio Di Mauro, ricercatore del dipartimento di Scienze dell’ambiente e della terra dell’Università di Milano-Bicocca, ha commentato i risultati della ricerca su Bnews spiegando che questo fenomeno era già stato osservato in Groenlandia ma che, per la prima volta, lo studio dei ricercatori italiani «ha mostrato che il processo di bio-albedo feedback (il processo per cui le alghe rendono più scuro il ghiaccio diminuendo la quantità di radiazione solare riflessa, ndr) può avvenire anche alle nostre latitudini».

In particolare, gli scienziati hanno analizzato dei campioni provenienti dal ghiacciaio di Morteratsch, che si trova in Svizzera, campioni che – spiega Di Mauro – «hanno permesso di sequenziare il DNA degli organismi presenti sulla superficie del ghiacciaio e studiarli al microscopio. I risultati hanno evidenziato la presenza di colonie della specie Ancylonema nordenskioeldii (contrassegnata con la lettera A nell’immagine seguente, ndr), nota per la sua abbondanza nella dark zone in Groenlandia».

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Crediti: Di Mauro, B., Garzonio, R., Baccolo, G. et al. Glacier algae foster ice-albedo feedback in the European Alps. Sci Rep 10, 4739 (2020)

Il ricercatore ha sottolineato come la fusione dei ghiacciai delle Alpi sia comunque fortemente influenzata dagli effetti dei cambiamenti climatici, e in particolare dall’«aumento della temperatura dell’aria e la diminuzione delle precipitazioni nevose», che «giocano un ruolo fondamentale».

«La comunità scientifica è allineata sul fatto che la fusione dei ghiacciai sia una conseguenza del cambiamento climatico in atto», ha evidenziato Di Mauro, ricordando che secondo uno studio «entro la fine del secolo il 90 per cento dei ghiacciai alpini potrebbe scomparire».

 

Valeria Capettini

Laurea triennale in Lettere e magistrale in Comunicazione, dal 2021 sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Nel 2016 sono entrata a far parte della squadra di Meteo Expert: un'esperienza che mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della climatologia lavorando fianco a fianco con alcuni dei maggiori esperti italiani in questo settore. La crisi climatica avanza, con conseguenze estremamente gravi sull’economia, sui diritti e sulla vita stessa delle persone. Un'informazione corretta, approfondita e affidabile è più che mai necessaria.

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