Antartide, dai carotaggi di ghiaccio al clima del futuro
Il ghiaccio che si è accumulato in Antartide ci racconta la storia del nostro clima, e può darci risposte importanti anche su cosa succederà in futuro
La storia del clima della Terra può essere tracciata in parte grazie alle carote di ghiaccio, in particolare quelle recuperate dal ghiaccio dell’Antartide, al Polo Sud. Ad oggi l’analisi dei carotaggi ha permesso di ricostruire il clima degli ultimi 800.000 anni; ma ora l’obbiettivo di alcuni scienziati è quello di fare perforazioni del ghiaccio antartico che permettano di risalire fino a 1.5 milioni di anni fa.
In Antartide il ghiaccio si è accumulato nell’arco di milioni di anni per compattamento della neve, e ha formato una calotta con uno spessore medio di 1600 metri che ricopre circa il 98% del continente. Le bolle di aria intrappolate nel ghiaccio hanno permesso di risalire alla composizione chimica dell’atmosfera all’epoca della loro formazione. Per effettuare carotaggi che permettano di tornare indietro nel tempo fino a 1,5 milioni di anni sono stati individuati sei siti dove la calotta di ghiaccio ha uno spessore medio di 2600 metri e uno spessore massimo pari all’altezza del Monte Bianco (circa 4800 metri).
Questi siti si trovano in cima a delle cupole (note a livello internazionale come “Dome”) dove la stabilità del ghiaccio permette di avere le condizioni ideali per il carotaggio continuo su diversi periodi climatici.
Ma perché investire in ricerche così spinte e costose? Oltre alla semplice curiosità scientifica di conoscere la composizione chimica dell’atmosfera di 1.5 milioni di anni fa, questo periodo è particolarmente interessante. Secondo alcuni studi, il clima era probabilmente più caldo e le ere glaciali più brevi. L’obbiettivo è quello di ricostruire la composizione atmosferica in quel periodo, al fine di individuare quali potrebbero essere le risposte del clima attuale al riscaldamento globale del nostro pianeta.
Una delle sfide più complesse del progetto è quella di riuscire a trivellare una carota di ghiaccio la cui profondità sia effettivamente proporzionale al tempo geologico; in altre parole occorre essere sicuri che il ghiaccio si sia accumulato in ordine cronologico. Non sempre è così: il ghiaccio “giovane” può a volte andare alla deriva e incastrarsi sotto il ghiaccio più vecchio, oppure una parte del ghiaccio potrebbe anche essersi sciolta. Per questo motivo, gli scienziati dovranno estrarre più carote per aumentare le possibilità che alcune di esse contengano una sequenza verticale che corrisponda al meglio alla cronologia.
L’articolo della notizia è stato scritto da Paul Voosen, pubblicato su Science e disponibile in inglese a questo link.
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