Ghiacci

Ghiacciai ridotti all’osso, l’allarme dei glaciologi di tutto il mondo in una lettera all’Unfccc

Considerati "sentinelle" del cambiamento climatico, i ghiacciai sono un importante fonte di dati per prevedere le conseguenze del riscaldamento globale

I glaciologi di tutto il Mondo hanno firmato una lettera indirizzata alle parti dell’UNFCCC, Convenzione quadro sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite, in cui ribadiscono con forza la necessità di rafforzare la cooperazione nel monitoraggio dei ghiacciai, vere e proprie “sentinelle” del cambiamento climatico. Il documento, pubblicato sulla rivista scientifica Nature, è stato firmato da 38 istituzioni di ricerca del Mondo tra cui anche il Comitato Glaciologico Italiano, rappresentato da Carlo Baroni. 

I ghiacciai sono i primi a risentire dell’effetto del riscaldamento globale e il loro monitoraggio permette non solo di comprendere la loro risposta al cambiamento climatico ma anche di affinare la previsione degli scenari futuri, specie sul tema dell’aumento del livello dei mari.

Lo stato dei ghiacciai è critico anche in Italia

Dal 1960 ad oggi i ghiacciai di tutto il mondo hanno perso più di 9.000 miliardi di tonnellate di ghiaccio: praticamente un’area grande come la Spagna coperta da 20 metri di ghiaccio. La sola fusione di questa massa di ghiaccio (senza contare quello di Groenlandia e Antartide) ha fatto aumentare il livello dei mari di quasi 3 centimetri, contribuendo al 25-30% dell’innalzamento complessivo.

Ghiacciaio del Careser
Ghiacciaio del Careser

In Italia la fusione dei ghiacciai in atto non ha eguali negli ultimi 10.000 anni. Tra tutti risulta emblematica la situazione del Ghiacciaio del Careser nel gruppo Ortles-Cevedale, in Val di Peio, il ghiacciaio più a lungo monitorato delle Alpi italiane per la valutazione del bilancio di massa, testimone molto significativo della drammatica entità del ritiro glaciale.

Nel più recente bollettino sulla variazione dei ghiacciai italiani, realizzato per l’anno 2017, si evidenzia un importante regresso con «drammatica perdita di volume» dei corpi glaciali in Piemonte, che «negli ultimi anni hanno visto ridurre il proprio spessore al punto tale, in alcuni casi, da trasformarsi in placche di ghiaccio pressoché prive di dinamica». In ritiro anche il 94% dei ghiacciai della Lombardia dove «ritiri frontali che raggiungono valori a 2 cifre sono la norma ormai e sottolineano l’accelerazione dell’arretramento dei ghiacciai lombardi, che sembrano ormai inarrestabili». Situazione tristemente analoga sul settore di Triveneto e Appennini dove il 98% dei ghiacciai è in stato di ritiro: «tutti i ghiacciai hanno subito una evidente e pronunciata riduzione sia del loro volume, che della loro estensione. […] Prosegue la tendenza oramai molto marcata alla frammentazione dei ghiacciai, specialmente nelle parti meno elevate dei bacini».

Monitorare la salute dei ghiacciai italiani e esteri è molto importante proprio perché sono indicatori sensibili del clima che cambia. Entro il 2300, avvisano gli esperti, potremmo perdere la totalità dei ghiacciai presenti sulla Terra. Per questo i glaciologi di tutto il Mondo chiedono di rafforzare la cooperazione nel monitoraggio dei ghiacciai e includere i risultati nel bilancio globale dell’Accordo di Parigi.

Silvia Turci

Ho conseguito una laurea specialistica in Comunicazione per l’Impresa, i media e le organizzazioni complesse all’Università Cattolica di Milano. Il mio percorso accademico si basa però sullo studio approfondito delle lingue straniere, nello specifico del francese, inglese e russo, culminato con una laurea triennale in Esperto linguistico d’Impresa. Sono arrivata a Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995) nel 2014 e da allora sono entrata in contatto con la meteorologia e le scienze del clima: una continua scoperta che mi ha fatto appassionare ogni giorno di più al mio lavoro.

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