GhiacciSalute del pianeta

Microplastiche e ghiacciai

Arriva dal Canada lo studio che evidenzia l’influenza di queste particelle sulla capacità di assorbimento e rifrazione della luce solare

Uno studio dell’Università di Manitoba, in Canada, ha evidenziato l’influenza delle microplastiche sulla capacità di assorbimento e rifrazione della luce solare da parte dei ghiacci artici. Il team di ricercatori canadesi ha ricostruito le condizioni di formazione del ghiaccio artico presso una delle piscine della Sea-ice Environmental Research Facility dell’Università, il primo impianto sperimentale di ghiaccio marino in Canada. Situato nel campus, è il luogo dove vengono coltivati vari tipi di ghiaccio marino in condizioni controllate per lo studio delle proprietà e dei processi del ghiaccio marino attraverso le interfacce oceano-ghiaccio del mare. Utilizzando tubi di alluminio zincato come cornici e lenzuola di cotone come pareti, sono state realizzate 2 serie di 12 microcosmi della misura di un metro cubo ciascuno. Il primo set è stato utilizzato per misurare i livelli di luce, mentre il secondo è stato utilizzato per raccogliere campioni di ghiaccio marino.

Foto di Goumbik da Pixabay

Gli studiosi hanno aggiunto manualmente particelle di microplastica per monitorare successivamente la loro incorporazione nel ghiaccio marino mentre cresceva. Le microplastiche sono state marcate con un colorante chiamato rosso nilo per seguirne gli spostamenti mentre il ghiaccio si congelava. Sotto una luce fluorescente, il colorante fa brillare queste particelle permettendo ai ricercatori di osservare come il ghiaccio marino le concentri all’interno della sua struttura e, una volta incorporato, come rimangano nella matrice del ghiaccio.

Foto di Free-Photos da Pixabay

“Abbiamo trovato alte concentrazioni di particelle sulla superficie del ghiaccio marino, a causa della galleggiabilità delle particelle e della rapida formazione di cristalli di ghiaccio che intrappolano le microplastiche quando il ghiaccio si fonde in uno strato solido. Sebbene non abbiano influenzato i tassi di crescita del ghiaccio marino, abbiamo osservato variazioni nette dell’albedo di ghiaccio in risposta a concentrazioni medie e alte di microcosmi di microplastiche“. L’albedo di una superficie è la frazione di luce o, più in generale, di radiazione solare incidente che è riflessa in tutte le direzioni: una delle proprietà chiave del ghiaccio marino in termini di regolazione dello scambio di calore tra l’oceano e l’atmosfera. La rapida crescita di concentrazione di microplastiche nell’Artico potrebbe compromettere, oltre all’albedo dei mari ghiacciati, anche i processi fotochimici e fotobiologici, come la disponibilità di luce per le alghe che vivono sul fondo della calotta glaciale, con potenziali impatti anche sulla base della rete alimentare.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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