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Il Mar Mediterraneo è in sofferenza: il rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente

A pesare l'inquinamento, la pesca non sostenibile e la pressione esercitata dalle attività umane

Arrivano cattive notizie sullo stato di salute del Mar Mediterraneo e dei Mari europei in generale. Secondo il recente rapporto della’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) Marine Messages II è “improbabile che i Paesi raggiungano l’obiettivo di buono stato ecologico di tutte le acque entro il 2020”, come indicato dalla direttiva quadro sulla stategia per l’ambiente marino Ue (MSFD), il principale riferimento normativo per la protezione dell’ambiente marino, adottato nel giugno del 2008.

Secondo Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’AEA: “i nostri mari ed ecosistemi marini soffrono a causa di anni di grave sovrasfruttamento e incuria. In questo contesto, la nuova strategia dell’UE sulla biodiversità fino al 2030 e altri elementi del Green Deal europeo rinnovano la speranza di interventi di protezione e ripristino urgenti e coerenti”. L’ecosistema del Mediterraneo è tra i più ricchi al mondo, con 17mila specie presenti. Solo il 6,1% dei suoi stock ittici è pescato in modo sostenibile e soltanto il 12,7% della sua area non riscontra problemi di inquinamento.

La situazione potrebbe migliorare soltanto se fossero applicate in pieno le politiche ambientali che già esistono. Non siamo ancora al “punto di non ritorno”, sottolinea il rapporto di Aea ma occorre un cambio di rotta che, al momento, ancora non si vede. La copertura dei dati è generalmente buona nell’Oceano Atlantico nord-orientale e nel Mar Baltico, ma vi sono margini di miglioramento nel Mar Nero e nel Mar Mediterraneo.

Il Mediterraneo rimane un mare estremamente sfruttato dal punto di vista della pesca. La regolamentazione ha comunque iniziato a funzionare, soprattutto per ciò che riguarda il tonno rosso e gli stock che dovrebbero raggiungere livelli di sostenibilità soddisfacenti nel 2022. Le zone di maggior pressione dovuta all’attività umana sono l’Adriatico, il Golfo di Biscaglia e il Mare del Nord, come possiamo osservare nella mappa.

L’impatto delle attività umane sui mari europei. Grafica: Marine Messages Report 2020

Cosa potrà fare  l’Europa?
Non tutto sembra perduto per la salute dei Mari europei. Se gli sforzi politici, uniti a risorse aggiuntive e a un maggior coordinamento tra i Paesi membri, dovessero aumentare, la situazione potrebbe migliorare. La nuova strategia Ue sulla biodiversità per il 2030 va in questa direzione dato che ha come obiettivo quello di proteggere il 30 % dei mari europei e di sottoporne almeno il 10 % a una protezione rigorosa.

Judith Jaquet

Mi sono laureata con lode in Letterature straniere, indirizzo in Scienze della Comunicazione, con una Tesi in Linguistica generale, presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia (Albo dei professionisti) dal 2008, dopo aver frequentato il Master in Giornalismo Campus Multimedia dello Iulm. Lavoro nella redazione di Meteo Expert dal 2011 e mi occupo della gestione dei contenuti editoriali sul web e sui social network. Conduco le rubriche di previsioni meteo in onda sui canali Mediaset e sulle principali radio nazionali.

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