Inquinamento oceani: quasi la metà delle tartarughe marine ha ingerito plastica
Ogni minuto nell'oceano finisce una quantità di plastica pari al carico di un camion della spazzatura: è una minaccia esistenziale per la vita marina.
Una nuova ricerca guidata da Ocean Conservancy rivela che anche piccole quantità di plastica possono essere letali per migliaia di specie marine. Gli scienziati lanciano l’allarme sulla gravità dell’inquinamento da plastica e sulla necessità di proteggere la biodiversità degli oceani.
La presenza di plastica negli oceani rappresenta una vera e propria minaccia esistenziale per la biodiversità della vita marina. Secondo una recente ricerca internazionale condotta da Ocean Conservancy, anche quantità minime di plastica ingerita possono risultare fatali per uccelli marini, tartarughe marine e mammiferi marini. Lo studio ha analizzato oltre 10.000 autopsie di animali, rilevando che quasi la metà delle tartarughe marine, un terzo degli uccelli marini e il 12% dei mammiferi marini morti avevano plastica nel tratto digerente.
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Effetti letali della plastica sulla biodiversità marina
Gli esperti evidenziano che la plastica negli oceani provoca gravi danni attraverso l’ingestione, l’intrappolamento e il rilascio di sostanze tossiche. Per molte specie, bastano pochi frammenti di plastica — persino meno di tre zollette di zucchero per alcune specie di uccelli marini — per causare la morte. Le plastiche morbide e gli attrezzi da pesca risultano particolarmente pericolosi per mammiferi marini e tartarughe, mentre le plastiche rigide colpiscono soprattutto gli uccelli marini.
Numeri e conseguenze dell’inquinamento da plastica negli oceani
Ogni anno oltre 11 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani, soprattutto da articoli monouso come sacchetti e bottiglie. Gli scienziati sottolineano che questo tipo di inquinamento minaccia direttamente la biodiversità marina e la sopravvivenza di numerose specie a rischio. La ricerca fornisce nuove basi scientifiche per sensibilizzare e orientare le politiche di tutela degli ecosistemi
“Sappiamo da tempo che creature marine di ogni forma e dimensione mangiano plastica; quello che volevamo capire era quanto fosse troppo”, ha affermato l’autrice principale dello studio, la dottoressa Erin Murphy, responsabile della ricerca sulla plastica oceanica presso Ocean Conservancy. “La dose letale varia a seconda della specie, delle dimensioni dell’animale, del tipo di plastica che consuma e di altri fattori, ma nel complesso è molto inferiore a quanto si possa pensare, il che è preoccupante se si considera che ogni minuto nell’oceano finisce una quantità di plastica pari al carico di un camion della spazzatura”.