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«Se non cambiamo siamo fot**ti»: il video di Greta Thunberg e la traduzione in italiano

«La nostra relazione con la Natura si è rotta», afferma Greta Thunberg: «se non cambiamo, siamo fot**ti». Come sempre, nell’ultimo video che ha condiviso sui propri canali social la giovane attivista non usa mezzi termini e va dritta al nocciolo della questione.

Ma mentre fa il punto della situazione, tra la crisi climatica e il rischio di nuove pandemie, passando anche per i pericoli legati a un’estinzione di massa, Greta Thunberg sottolinea che non è troppo tardi per cambiare le cose, e nel breve video pubblicato in occasione della giornata mondiale della Biodiversità lancia un appello a ognuno di noi.

Ecco il video, e di seguito il discorso tradotto in italiano:

 

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C’è qualcosa di cui mi piacerebbe parlare: la nostra relazione con la natura si è rotta. Ma le relazioni possono cambiare.
La crisi climatica, la crisi ecologica e la crisi sanitaria sono collegate tra di loro. Non vediamo più i collegamenti che le uniscono, noi vediamo solo a un palmo da naso.
Allora cosa faremo?
Il mio nome è Greta Thunberg, e mi piacerebbe collegare i puntini perché, ammettiamolo, se non cambiamo siamo fot**ti.

Milioni di persone sono morte per il Covid-19.
Zika, Ebola, influenza suina, mucca pazza, virus del Nilo occidentale, Sars, Sindrome respiratoria medio-orientale… fino al 75 per cento di tutte le nuove malattie vengono da altri animali, a causa del modo in cui noi coltiviamo e di come trattiamo la natura.
Abbattendo foreste e distruggendo gli habitat naturali, stiamo creando le condizioni perfette per la trasmissione delle malattie da un animale all’altro, e a noi. La prossima pandemia potrebbe essere molto, molto peggiore, ma noi possiamo cambiare.

L’83% delle terre agricole del mondo viene usato per produrre il mangime destinato al bestiame, eppure il bestiame fornisce solo il 18 per cento delle calorie che assumiamo.
Il modo in cui produciamo il nostro cibo, allevando animali per mangiarli, liberando il terreno per coltivare il cibo di cui si nutrono questi animali: di questo passo finiremo sia la terra che il cibo. Semplicemente non ha senso.

I terreni necessari alla produzione di carne e latticini equivalgono a un’area grande come il Nord e il Sud America messi insieme. Dall’Alaska alla Terra del Fuoco. Abbiamo industrializzato la vita sulla Terra.

Se continueremo a produrre cibo in questo modo distruggeremo anche gli habitat naturali della maggior parte delle piante e degli animali selvatici, portando un numero incalcolabile di specie all’estinzione.
Questo sarebbe un disastro anche per noi: loro sono il sistema che supporta la nostra stessa vita, e se li perdiamo siamo persi anche noi.
Come ha detto il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, «abbiamo portato avanti troppo a lungo una guerra insensata e suicida con la natura».

E che dire del clima?
Sappiamo che abbiamo bisogno di ridurre in modo drastico le nostre emissioni, a partire da ora. Quando pensiamo ai “cattivi” della crisi climatica naturalmente pensiamo a compagnie che operano con i combustibili fossili. Ma l’agricoltura e il consumo del suolo, messi insieme, rappresentano circa un quarto delle nostre emissioni. È una quantità enorme!

Le cose non devono andare per forza in questo modo.
Se passassimo a una dieta basata sui vegetali potremmo risparmiare fino a 8 miliardi di tonnellate di anidride carbonica ogni singolo anno.
Potremmo nutrirci utilizzando molto meno terreno e la natura potrebbe riprendersi.

Pandemie, perdita di biodiversità, sconvolgimento climatico, acidificazione degli oceani, disuguaglianze, perdita di terreno fertile… Tutti questi sono solo i sintomi: quello a cui si riduce tutto è il modo in cui noi trattiamo la natura, il valore che diamo alla natura.

Abbiamo bisogno di cambiare il sistema, ma possiamo sistemare le cose. Perché noi siamo parte della natura: quando proteggiamo la natura, diventiamo natura che protegge se stessa.

E infine, parliamo degli animali. Ogni anno uccidiamo più di 60 miliardi di animali esclusi i pesci, i cui numeri sono cosi grandi che possiamo misurare le loro vite solo in base al peso.
Cosa dire dei loro pensieri e dei loro sentimenti?
Alcuni animali fanno progetti per il futuro. Sviluppano amicizie che durano decenni. Giocano tra loro, si aiutano a vicenda. Mostrano segnali di quella che noi definiamo empatia.
Ma il 70 per cento degli animali che alleviamo vivono in stabilimenti. E negli Stati Uniti questo numero sale al 99 per cento.
Le loro vite sono brevi e terribili. Come verremo giudicati?

Sapere tutto questo ci spezza il cuore, ma è anche la nostra opportunità. Sappiamo cosa possiamo fare: possiamo cambiare il modo in cui coltiviamo e alleviamo, possiamo cambiare quello che mangiamo, possiamo cambiare il modo in cui trattiamo la natura. Alcuni di noi hanno moltissime scelte, mentre altri non ne hanno alcuna. Quelli che hanno più potere hanno più responsabilità, e la maggior parte di noi può fare qualcosa.
Quindi…
Cosa farai tu?

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Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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