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I cambiamenti climatici incidono più delle guerre

Più di 20 milioni di persone ogni anno sono costrette ad abbandonare le proprie case a causa di catastrofi naturali

Più di 20 milioni di persone ogni anno sono costrette ad abbandonare le proprie case a causa di catastrofi naturali: questa è la tragica verità emersa da un nuovo rapporto di Oxfam (confederazione internazionale di organizzazioni no profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale, attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo) presentato il 2 dicembre, in occasione del giorno di apertura della Cop25, in programma fino al 13 dicembre a Madrid. Le catastrofi naturali derivate dai cambiamenti climatici sono la prima causa al mondo di migrazioni forzate che spesso avvengono in Paesi già poverissimi o dilaniati da conflitti. Negli ultimi 10 anni sono aumentate di 5 volte e hanno costretto, secondo i calcoli, 1 persona ogni 2 secondi a lasciare le proprie case per trovare salvezza altrove. Eventi meteorologici estremi come cicloni, inondazioni e incendi hanno 7 volte più probabilità di causare migrazioni forzate rispetto a terremoti o eruzioni vulcaniche e 3 volte di più rispetto a guerre e conflitti.

Foto di quentcourtois0 da Pixabay

Tra i Paesi più colpiti al mondo Cuba, Dominica e le Isole polinesiane Tuvalu dove tra il 2008 e il 2018 il 5% della popolazione (oltre 3 milioni di persone) ogni anno è stato sfollato a causa di eventi climatici estremi. Un dato molto importante da considerare è anche la “disuguaglianza climatica” tra Paese a basso e medio-basso reddito e quelli più ricchi: in India, Nigeria e Bolivia ad esempio la popolazione ha una probabilità 4 volte maggiore di essere sfollata a causa di catastrofi climatiche rispetto alle persone che vivono negli Stati Uniti. Circa l’80% di tutte le persone sfollate nell’ultimo decennio si trova in Asia, dove oltre un terzo della gente vive in condizioni di povertà estrema. In Africa, l’emergenza climatica sta minacciando la sopravvivenza di decine di milioni di persone che rischiano di morire di fame. Ad esempio solo in Somalia, uno dei paesi più poveri al mondo, nell’ultimo anno si contano oltre 1 milione di sfollati interni a causa della guerra civile in corso e dell’alternarsi tra periodi di gravissime siccità seguiti da alluvioni. In Mozambico dove circa 45 milioni di esseri umani patiscono la fame, dopo il passaggio lo scorso marzo dei cicloni tropicali Idai e Kenneth, sono stati milioni gli sfollati interni e sono stati registrati danni per 3 miliardi di dollari. In Zimbabwe sempre Idai, ha lasciato senza casa oltre 50 mila abitanti in aree povere del Paese dove case e infrastrutture non avevano la minima possibilità di reggerne l’impatto e in Etiopia e Sudan le comunità pastorali sono state costrette a lasciare le loro terre a causa della siccità che negli ultimi anni ha decimato le colture e il bestiame tanto da farle dipendere totalmente dagli aiuti umanitari per sopravvivere.

Foto di WikiImages da Pixabay

Oxfam ha lanciato una campagna di raccolta fondi per garantire l’accesso al cibo e all’acqua pulita alle popolazioni bisognose e aiutare le comunità più vulnerabili ad adattarsi all’impatto di eventi climatici sempre più estremi e frequenti.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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