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L’anno meteorologico 2025 è stato per l’Italia il quarto più caldo per l’aria sulla terraferma, il secondo per il mare. I dati Copernicus

L’anno meteorologico 2025 (dicembre 2024 – novembre 2025) si è chiuso con una anomalia termica di +1,04°C per l’aria a due metri dal suolo nazionale, di +1,09°C per lo strato superficiale dei mari che circondano l’Italia, e una anomalia pluviometrica di +6,4%. Ecco cosa raccontano i dati storici della rianalisi climatica ERA5 di Copernicus, ritagliati lungo i confini dell’Italia.

Il 2025 sta per concludersi e presto Copernicus comunicherà ufficialmente le anomalie climatiche a livello globale ed europeo ricavate utilizzando i dati di ERA5, la rianalisi sviluppata dal Copernicus Climate Change Service (C3S) del Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine (ECMWF).

Elaborando gli stessi dati, estratti mediante il Climate Data Store e successivamente ritagliati lungo i confini dell’Italia, entro metà gennaio 2026 potremo calcolare le anomalie termiche e pluviometriche del 2025 per il nostro Paese.

L’anno meteorologico 2025 (dicembre 2024 – novembre 2025) è invece completo, quindi possiamo già analizzarne i dati ed effettuare il confronto con l’intera serie storica italiana.

Temperatura dell’aria a 2 metri dal suolo: anomalia  +1,04°C

Secondo i dati ERA5-Land di Copernicus, la temperatura media annua dell’aria registrata da dicembre 2024 a novembre 2025 è stata di 13,47°C a livello nazionale. Con l’anomalia di +1,04°C rispetto al trentennio 1991-2020, l’anno meteorologico da poco concluso è stato il quarto più caldo dal 1951 per l’Italia, dietro a 2022 (+1,18°C), 2023 (+1,29°C) e 2024 (+1,62°C), l’anno record. Una temperatura così elevata è il risultato di 9 mesi di caldo anomalo, estremo in gennaio e, soprattutto, in giugno, un solo mese “fresco” (ottobre) e due mesi in media (maggio e novembre).

In 75 anni, la temperatura media annua ha inoltre subito un incremento statisticamente significativo di 2,03°C: una variazione enorme, spinta soprattutto dal trend estivo e da quello invernale.

Anomalie della temperatura media dell’aria a 2 metri dalla superficie (°C) rispetto al trentennio 1991-2020, per il territorio italiano (solo terraferma), per ogni anno meteorologico (dicembre-novembre) dal 1950/1951 al 2024/2025, e linea di tendenza. Dati ERA5-Land. Crediti C3S/ECMWF. Elaborazioni Meteo Expert.

La distribuzione delle anomalie sul territorio italiano nell’anno meteorologico 2025 (dicembre 2024-novembre 2025) evidenzia valori positivi in tutto il Paese, particolarmente elevati sulle Alpi, in gran parte del Centro Sud e in Sardegna, dove la temperatura ha superato di almeno un grado il valore climatico 1991-2020.  Nel dettaglio, il Nord ha complessivamente registrato un’anomalia di +0,94°C (quinto anno più caldo), il Centro una anomalia di +1,08°C (quarto anno più caldo), il Sud una anomalia di 1,16°C (terzo anno più caldo), la Sicilia una anomalia di +0,95°C (secondo anno più caldo) e la Sardegna uno scarto dalla media climatica di +1,23°C (quarto anno più caldo).

Anomalia della temperatura media dell’aria a 2 metri dalla superficie (°C) per l’anno meteorologico (dicembre-novembre) 2024/2025 e per quello 2023/2024 rispetto alla media del trentennio di riferimento 1991-2020. Dati ERA5-Land. Crediti C3S/ECMWF. Elaborazioni Meteo Expert.

L’anno scorso, nell’anno meteorologico 2024 (dicembre 2023-novembre 2024), l’Italia ha sperimentato temperature molto più elevate sull’intero territorio, con anomalie superiori a +1,5°C sui settori alpini occidentale e orientale, tutto il Centro Sud e le Isole. Il maggiore contributo a temperature così elevate è derivato dal mese di febbraio, il mese con anomalia positiva tra le più elevate in assoluto dal 1950 (+3,50°C), insieme a ottobre 2023 e giugno 2025: tre record in poco più di due anni.

Temperatura del mare: anomalia +1,09°C

Secondo i dati della rianalisi climatica ERA5 di Copernicus, la temperatura media delle acque superficiali dei mari che bagnano le coste italiane, compresi fra 36-47°N e 6-20°E (l’area della mappa sotto riportata), nell’anno meteorologico 2025 (dicembre 2024 – novembre 2025) è stata di 20,21°C: 1,09°C in più rispetto alla media del trentennio 1991-2020. Si tratta di un’anomalia estremamente elevata, che pone questo ultimo anno al secondo posto degli anni più caldi per il mare dalla metà del secolo scorso, ad un soffio dal record dell’anno meteorologico 2024 (dicembre 2023 – novembre 2024, +1,15°C).

Dal 1951 ad oggi, quindi in 75 anni, la temperatura media annua delle acque superficiali dei mari che circondano l’Italia ha subito un incremento statisticamente significativo di 1,17°C: un trend importante, particolarmente accentuato in estate, come per l’aria.

Anomalie della temperatura dello strato superficiale del mare (°C) rispetto al trentennio 1991-2020 per il dominio 36-47°N e 6-20°E, per ogni anno meteorologico (dicembre-novembre) dal 1950/1951 al 2024/2025, e linea di tendenza. Dati ERA5. Crediti C3S/ECMWF. Elaborazioni Meteo Expert.

Nel corso delle ultime quattro stagioni meteorologiche, i mari che circondano la Sardegna e la Corsica hanno accumulato un maggiore surplus di calore rispetto agli altri bacini, in particolare rispetto al Mar Adriatico e all’Alto Ionio, i quali hanno raggiunto temperature leggermente più vicine al valore climatico. Al contrario, nell’anno meteorologico più caldo della serie storica, il 2024 (dicembre 2023-novembre 2024), le temperature della maggior parte dei mari di Ponente hanno raggiunto valori meno anomali rispetto a quelli del caldissimo Adriatico e dello Ionio.

Anomalia della temperatura dello strato superficiale del mare (°C) per l’anno meteorologico (dicembre-novembre) 2024/2025 e per quello 2023/2024 rispetto alla media del trentennio di riferimento 1991-2020. Dati ERA5. Crediti C3S/ECMWF. Elaborazioni Meteo Expert.

Precipitazioni: anomalia +6,4%

Secondo i dati ERA5-Land di Copernicus, nell’anno meteorologico da poco concluso è caduto il 6,4% di pioggia in più rispetto al trentennio 1991-2020: una anomalia leggermente positiva, in netto contrasto con quanto sperimentato dall’Italia nel 2022 e, soprattutto, nel 2023, gli anni più secchi per il nostro Paese dalla metà del secolo scorso (-31,7% e -45,2%, rispettivamente).

In 75 anni, cioè dall’anno meteorologico 1951, le precipitazioni su base annua e a livello nazionale non hanno seguito un trend statisticamente significativo.  Per trovare una tendenza significativa è infatti necessario suddividere l’Italia in settori geografici e analizzare i dati delle singole stagioni. Emerge così una netta e significativa diminuzione delle precipitazioni al Centro, al Sud e, soprattutto, in Sardegna durante l’inverno.

Anomalie delle precipitazioni (%) rispetto al trentennio 1991-2020, per il territorio italiano (solo terraferma), per ogni anno meteorologico (dicembre-novembre) dal 1950/1951 al 2024/2025. Dati ERA5-Land. Crediti C3S/ECMWF. Elaborazioni Meteo Expert.

La distribuzione delle anomalie del 2025 (dicembre 2024 – novembre 2025) sull’intero territorio nazionale mostra un deficit fino al 10% (localmente anche superiore) su Basso Piemonte, Riviera di Ponente, Alpi centrali, versante del Medio e del Basso Tirreno e Sardegna occidentale. Nel resto del Paese è caduta invece più pioggia del normale, in particolare sull’Alta Toscana e tra Bassa Lombardia, Basso Veneto ed Emilia, zone che localmente hanno ricevuto oltre il 30% di pioggia in più del normale.

Anomalia delle precipitazioni (%) per l’anno meteorologico (dicembre-novembre) 2024/2025 e per quello 2022/2023 rispetto al trentennio di riferimento 1991-2020. Dati ERA5-Land. Crediti C3S/ECMWF. Elaborazioni Meteo Expert.

L’anno meteorologico 2023 (dicembre 2022 – novembre 2023) si è invece chiuso con un importante deficit in tutto il territorio, soprattutto al Nord, in parte della Toscana, all’estremo Sud e in Sardegna, dove è caduta anche meno della metà delle piogge attese.

Laura Bertolani

Laureata in Scienze Naturali, nel 1997 è entrata a far parte del team di meteorologi di Meteo Expert. Fino al 2012, all’attività operativa ha affiancato attività di ricerca, occupandosi dell’analisi della performance dei modelli di previsione. Attualmente si dedica a quest’ultima attività, ampliata implementando un metodo di valutazione dell’abilità dei modelli a prevedere dodici configurazioni della circolazione atmosferica sull’Italia, identificate per mezzo di una rete neurale artificiale.

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