ClimaCop28

La crisi climatica è anche una crisi della salute

1 ospedale su 12 in tutto il mondo è a rischio di chiusura totale o parziale a causa di eventi meteorologici estremi senza una rapida eliminazione dei combustibili fossili.

Ieri è stata la giornata dedicata al tema della salute alla COP28 di Dubai. La salute è entrata per la prima volta a far parte dell’ordine del giorno di una conferenza delle Nazioni Unite sul clima e l’argomento era da tempo in attesa di essere discusso, poiché l’inazione climatica costa vite umane e ha un impatto sulla vita delle persone ogni giorno. Il direttore dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ha affermato che “per affrontare il problema della crisi climatica è necessario affrontare il ruolo dei combustibili fossili, così come non possiamo discutere del cancro ai polmoni senza riconoscere l’impatto del tabacco“.

Proprio in vista di questo appuntamento la Cross Dependency Initiative (XDI), un’azienda di analisi dei rischi climatici ha pubblicato un importante rapporto denominato “Global Hospital Infrastructure Physical Climate Risk Report” che evidenzia il rischio di chiusura degli ospedali a causa di condizioni meteorologiche estreme .

Secondo il report, 1 ospedale su 12 in tutto il mondo è a rischio di chiusura totale o parziale a causa di eventi meteorologici estremi senza una rapida eliminazione dei combustibili fossili.

Un totale di 16.245 ospedali, il doppio di quelli attualmente ad alto rischio, rientreranno in questa categoria entro la fine del secolo senza un cambiamento di ritmo. Il rapporto sottolinea che un edificio residenziale o commerciale con questo livello di rischio sarebbe considerato non assicurabile. La ricerca ha valutato come le emissioni continue influirebbero su inondazioni, innalzamento del livello del mare, rischio di incendi e tempeste nelle sedi di 200.000 ospedali e altri tipi di strutture sanitarie e calcola come diversi scenari di emissione possano ridurre il rischio.

Il rapporto pubblicato in occasione della giornata della salute alla conferenza sul clima delle Nazioni Unite.

In questo scenario, tutti questi 16.245 ospedali dovranno essere adattati, ove possibile. Anche con questo enorme investimento, il trasferimento sarà l’unica opzione per molti.
Dei 16.245 ospedali identificati come ad alto rischio entro il 2100, il 71% (11.512) si trova in Paesi a basso e medio reddito.

Limitare il riscaldamento globale a 1,8 gradi con una rapida eliminazione dei combustibili fossili dimezzerebbe il rischio di danni alle infrastrutture ospedaliere rispetto a uno scenario di emissioni elevate. In caso di emissioni elevate, il rischio di danni agli ospedali di tutto il mondo dovuti a fenomeni meteorologici estremi aumenterà di oltre quattro volte (311%) entro la fine del secolo. In uno scenario a basse emissioni, questo aumento del rischio si riduce ad appena il 106%.

“I cambiamenti climatici hanno un impatto crescente sulla salute delle persone in tutto il mondo. Cosa succede quando il maltempo provoca anche la chiusura degli ospedali? La nostra analisi mostra che senza una rapida eliminazione dei combustibili fossili, i rischi per la salute globale si aggraveranno ulteriormente, dato che migliaia di ospedali non saranno in grado di fornire servizi durante le crisi”, ha dichiarato il dottor Karl Mallon, direttore di Scienza e Tecnologia, XDI (Cross Dependency Initiative).

In Italia, più di 130 ospedali o strutture sanitarie sarebbero ad alto rischio di danni da eventi meteorologici estremi entro il 2100 se le emissioni resteranno elevate. I danni medi subiti dagli ospedali sono già aumentati del 38% dal 1990 a causa dei cambiamenti climatici. Il danno medio potrebbe quasi triplicare entro il 2050 (aumento del 108%) e raggiungere il 286% entro il 2100 con emissioni elevate, ma sarebbe molto più basso con una rapida riduzione delle emissioni. I dati sono stati raccolti attraverso la piattaforma open data healthsites.io, gli errori dovuti a questa sono stati giudicati statisticamente irrilevanti.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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