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L’alba di una nuova era rinnovabile

Il sistema energetico sta finalmente cambiando: quali meccanismi stanno portando dal fossile alle rinnovabili? Parte 1 - la crescita delle rinnovabili

Non mitigare il cambiamento climatico significa condannare l’umanità alla crisi permanente, con un calo nel PIL pro capite globale al 2100 maggiore di più del 50% rispetto a quello previsto per il 2020. Non per un solo anno, però, ma ogni anno. E questo mostra le sole conseguenze economiche.

Il sistema energetico è responsabile di circa due terzi delle emissioni mondiali di gas climalteranti, con i combustibili fossili fonte di più dell’80% dell’energia totale. La loro combustione è anche causa di circa 8 milioni di morti l’anno per il solo inquinamento dell’aria.

Tale sistema è anche ben poco affidabile: le fonti fossili – una su tutte il petrolio – sono in possesso di una manciata di paesi altamente instabili e al centro di contese e guerre, come i paesi del Medio Oriente. Contese e guerre che nascono spesso proprio a causa delle ingerenze delle grandi potenze nel tentativo di assicurarsi tali risorse. Il mercato, inoltre, è dominato da pochi grandi attori con una forte influenza sui prezzi. Si hanno dunque grandi e repentine variazioni degli stessi: dal 1970 per ben 62 volte il prezzo del petrolio è variato di almeno il 30% nell’arco di 6 mesi.

Esistono però altre fonti energetiche, fonti pulite e diffuse in (quasi) ogni angolo del globo: le rinnovabili. Finora hanno prodotto solo una parte minoritaria dell’energia globale, ma, finalmente, la fine dell’era fossile è in vista.

L’ultima crisi

La crisi sanitaria ed economica che porrà il 2020 nei libri di storia ha segnato anche la più profonda crisi del fossile dal dopoguerra, tanto che ad aprile abbiamo assistito a prezzi negativi del petrolio. Nel 2020 l’utilizzo di carbone per la produzione di energia è calato del 7% rispetto al 2019, la domanda di petrolio dell’8% e di gas del 3%. L’energia rinnovabile prodotta è invece cresciuta dell’1%. Percentuale che sale al 7% se si considera solo l’energia elettrica, ignorando le perdite subite dai biocombustibili.

rinnovabili
Andamenti stimati nel 2020 rispetto al 2019: nell’orine carbone, gas, petrolio, nucleare, rinnovabili, domanda totale di energia ed emissioni di CO2. Fonte: IEA

Durante i lockdown, infatti, l’accesso preferenziale alle reti garantito dalle legislazioni ambientali, i più bassi costi di esercizio e condizioni meteorologiche favorevoli hanno fatto sì che le percentuali di elettricità rinnovabile distribuita crescessero vertiginosamente, superando in Europa (e in Italia) la generazione fossile. Questo ha anche dimostrato la capacità della rete di reggere alte percentuali di rinnovabili intermittenti: il maggiore picco di solare ed eolico – registrato in Danimarca – è stato di ben il 64% della generazione totale, senza che si sia verificato alcun problema alla rete.

Nel passato l’industria fossile è stata sempre in grado di risollevarsi dalle crisi e riprendere a crescere. Secondo molti osservatori, però, questa volta non accadrà.

Le rinnovabili costano meno

Il responsabile è il nuovo formidabile concorrente. Concorrente nato grazie all’innovazione tecnologica che ha permesso la rapida riduzione dei prezzi dell’energia rinnovabile. Oggi nuova capacità elettrica rinnovabile (aggiungere nuovi impianti di generazione) costa meno di nuova capacità elettrica fossile in territori abitati da due terzi della popolazione mondiale, dove è installata l’85% della potenza e si produce il 71% del PIL globale. La stessa IEA (International Energy Agency) ha recentemente affermato che “i progetti solari ora offrono elettricità con alcuni fra i costi più bassi della storia”.

La crescita prevista delle rinnovabili

Ciò significa che la crescita nella generazione mondiale di energia elettrica non può che essere dominata da impianti rinnovabili. È successo quest’anno, con più del 90% della capacità elettrica aggiunta rinnovabile. Succederà nei prossimi anni, secondo l’IEA, anche nello scenario più conservativo: le nuove rinnovabili corrisponderanno al 95% dell’aumento netto di capacità elettrica mondiale da oggi al 2025.

Nei paesi dove buone risorse e finanziamenti a basso costo sono disponibili, impianti solari ed eolici sfideranno impianti a combustibile fossile già esistenti. Negli USA e in Europa, in particolare, le aggiunte nelle rinnovabili saranno molto maggiori dell’aumento di domanda e andranno a sostituire vecchi impianti fossili; in Asia invece copriranno solo una parte della crescita di domanda di energia.

La capacità elettrica eolica e solare totale (non solo aggiunta!) supererà quella a gas nel 2023 e quella a carbone nel 2024, “portando le rinnovabili ad essere la maggiore fonte di energia elettrica nel mondo nel 2025 e ponendo fine al dominio del carbone lungo mezzo secolo”, citando Birol, direttore dell’IEA. Le rinnovabili forniranno allora un terzo dell’energia elettrica mondiale.

Previsioni di capacità elettrica totale installata al 2025 nello scenario più conservativo per le rinnovabili. Nell’ordine: eolico e fotovoltaico, carbone, gas naturale, idroelettrico. Fonte: IEA

Cosa accadrà, nel frattempo, al mondo dei combustibili fossili?

Elisa Terenghi

Nata a Monza nel 1994, mi sono laureata in Fisica del Sistema Terra presso l’Università di Bologna nel marzo 2019, conseguendo anche l’Attestato di formazione di base di Meteorologo del WMO. Durante la tesi magistrale e un successivo periodo come ricercatrice, mi sono dedicata all’analisi dei meccanismi di fusione dei ghiacciai groenlandesi che interagiscono con l’oceano alla testa dei fiordi. Sono poi approdata a Meteo Expert, dove ho l’occasione di approfondire il rapporto fra il cambiamento climatico e la società, occupandomi di rischio climatico per le aziende.

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