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Crisi climatica, nuova impennata delle emissioni di CO2 nel 2024

Secondo il nuovo rapporto del Global Carbon Project presentato alla COP29 l'aumento rispetto a dodici mesi fa è dello 0,8%

Il 2024 si sta per chiudere e ,purtroppo, registra una nuova impennata nelle emissioni annuali di carbonio.

Rispetto allo scorso anno abbiamo immesso in atmosfera circa 300 milioni di tonnellate di anidride carbonica in più e il 2024 vedrà un totale di 37,4 miliardi di tonnellate metriche del principale gas climalterante. Si tratta di un aumento dello 0,8% rispetto al 2023. Lo rivela un nuovo rapporto del Global Carbon Project presentato alla COP29 in corso a Baku, in Azerbaigian. L’aumento rilevato quest’anno è inferiore a quello del 2023 che si attestò all’1,4% ma segnala comunque che non è in atto nessuna inversione di tendenza.

La riduzione delle emissioni è il fattore chiave per tentare di limitare il riscaldamento alla soglia di 1,5°C concordata a livello internazionale con l’Accordo di Parigi del 2015.

Secondo il rapporto “con le emissioni previste dal cambiamento di destinazione d’uso dei terreni (come la deforestazione) di 4,2 miliardi di tonnellate, si prevede che le emissioni totali di CO2 saranno di 41,6 miliardi di tonnellate nel 2024, in aumento rispetto ai 40,6 miliardi di tonnellate dello scorso anno.

Crediti GlobalCarbonProject

Negli ultimi 10 anni, le emissioni di CO2 di origine fossile sono aumentate, mentre quelle di CO2 dovute al cambiamento di destinazione d’uso del suolo sono diminuite in media, lasciando le emissioni complessive più o meno allo stesso livello in questo periodo.

Quest’anno, sia le emissioni di CO2 di origine fossile che quelle dovute al cambiamento di destinazione d’uso dei terreni sono destinate ad aumentare, e le condizioni di siccità hanno esacerbato le emissioni dovute alla deforestazione e agli incendi da degrado forestale durante l’evento climatico El Niño del 2023-2024″. Con quasi 40 miliardi di tonnellate rilasciate ogni anno, il livello di CO2 nell’atmosfera continua ad aumentare, provocando un riscaldamento globale sempre più pericoloso.

Se il mondo continuerà a bruciare combustibili fossili al livello attuale, verranno superati gli 1,5 gradi al di sopra dei livelli preindustriali in soli 6 anni- ha affermato in conferenza stampa il co-autore dello studio Stephen Sitch. Nonostante l’urgente necessità di ridurre le emissioni per rallentare il cambiamento climatico, i ricercatori affermano che non vi è ancora “alcun segno” che il mondo abbia raggiunto il picco delle emissioni di CO2 da combustibili fossili.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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