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Europa: le ondate caldo sottostimate dai modelli climatici

Le ondate di caldo in estate nell’Europa occidentale stanno aumentando per intensità e frequenza. Un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature ha però evidenziato come il riscaldamento estivo sia stato notevolmente sottostimato da parte dei modelli climatici. le temperature estive sono aumentate di tre volte rispetto al riscaldamento medio globale dal 1980, ma questo fenomeno non è stato colto dalla maggior parte delle simulazioni.

L’impatto di questa sottovalutazione riguarda anche le previsioni climatiche regionali. A cosa è dovuto questo “errore” di valutazione? Secondo gli scienziati i modelli non ha tenuto conto direttamente del drastico calo degli aerosol sull’Europa occidentale.

Gli aerosol atmosferici, particelle fini o goccioline sospese, derivano sia da fonti naturali (come eruzioni vulcaniche e incendi) sia antropogeniche (come la combustione di combustibili fossili e pratiche agricole). Essi esercitano un effetto complesso sul clima, principalmente raffreddando l’atmosfera e potenzialmente mascherando parte del riscaldamento globale causato dai gas serra.

In particolare, i modelli climatici regionali del Coordinated Regional Downscaling Experiment con forzanti aerosol costanti mostrano sistematicamente le maggiori discrepanze rispetto alle osservazioni: in queste simulazioni, il riscaldamento termodinamico regionale dovuto alla riduzione degli aerosol non è rappresentato. Stimiamo un effetto di ~0,5 °C sull’Europa centro-occidentale per il nostro ensemble di modelli, e la discrepanza con i modelli climatici con aerosol in evoluzione aumenta nelle proiezioni future. Per sfruttare al meglio i vantaggi delle simulazioni regionali ad alta risoluzione, è quindi indispensabile rappresentare i forzanti esterni rilevanti e le risposte associate nell’intera catena di modelli climatici.

Nel 2023 si sono verificate numerose ondate di caldo estremo, con gran parte del mondo che ha registrato almeno 20 giorni di caldo in più rispetto alla media 1991-2020. Gli eventi più importanti e da record sono stati l’eccezionale caldo invernale e primaverile in Sud America, le grandi ondate di calore in Europa, Africa e Asia e un evento prolungato negli Stati Uniti sudorientali e in America centrale.

Ondate di caldo più lente e durature

Un recente articolo pubblicato su Science ha rivelato che le ondate di caldo estremo stanno diventando anche più lente e durature. Tra il 1979 e il 2020, per ogni decennio, la velocità con cui le ondate di calore hanno viaggiato, spinte dalla circolazione dell’aria, è rallentata di circa 5 miglia al giorno (poco più di 8 km) ed esse durano in media circa quattro giorni in più con un significativo impatto sulla salute pubblica. Più a lungo le ondate di calore rimangono in un luogo, più a lungo le persone sono esposte a temperature pericolose per la vita. Con il rallentamento dei lavoratori durante le ondate di caldo estremo, diminuisce anche la produttività economica. Inoltre, le ondate di calore inaridiscono il suolo e la vegetazione, danneggiando i raccolti e aumentando il rischio di incendi. Questi cambiamenti nel comportamento delle ondate di calore sono stati più evidenti a partire dalla fine degli anni ’90.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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