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Israele, petrolio in mare: è la «peggiore catastrofe ecologica dello Stato»

L'origine dello sversamento è ancora da chiarire: gli esperti temono che gran parte della vita marina sia stata spazzata via. Il petrolio è probabilmente la causa all'origine della morte di una giovane balenottera, trovata senza vita sul litorale di Nitzanim. Le autorità chiudono le spiagge al pubblico

In Israele si è verificato un disastro ambientale di enorme portata, che gli esperti non hanno esitato a definire come la «peggiore catastrofe ecologica dello Stato» a causa della sua ampia diffusione geografica. Uno sversamento di petrolio nel Mediterraneo, di origine ancora ignota, ha invaso quasi tutta la costa mediterranea di Israele, obbligando le autorità a chiudere al pubblico tutte le spiagge da Rosh Hanikra nel nord ad Ashkelon nel sud, fino a nuovo avviso.

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Gli esperti non hanno idea del tempo necessario per ripulire le spiagge dal catrame e temono che gran parte della vita marina sia stata spazzata via. Lo sversamento di petrolio ha ucciso tartarughe marine, pesci e probabilmente anche una balenottera di 17 metri trovata senza vita sulla riva di Nitzanim, nel sud del Paese.

Proprio la balenottera è stato il campanello d’allarme prima che il catrame si espandesse su tutto il litorale. L’autopsia effettuata sul cetaceo ha rilevato liquido nero nei polmoni, il che ha sorpreso i veterinari che pensavano che la balena fosse morta già da due settimane prima che il corpo arrivasse a riva. Una portavoce della Israel Nature and Parks Authority (INPA) ha sottolineato che nessuno sa ancora quando si è verificata la fuoriuscita di petrolio e che l’analisi dei campioni prelevati dalla balena aiuterebbe a chiarire la questione, riporta il Times of Israel.

Gli impianti di desalinizzazione del paese, che forniscono circa il 75% dell’acqua potabile della nazione, non sono stati colpiti e il ministero dell’Agricoltura ha affermato che è troppo presto per valutare i danni ai pesci ma si teme che gli ecosistemi vicini alla costa siano stati danneggiati irreparabilmente. Secondo un esperto, solo il 10% delle creature che vivono sulle rocce e nelle pozze rocciose sarebbe sopravvissuto al catrame.

Fino a quando la causa dello sversamento non sarà confermata, nessuno può sapere se la fonte del catrame fosse petrolio greggio o gasolio pesante. Le immagini satellitari confermano, in data 11 febbraio, una macchia nera sospetta sulla superficie del mare a circa 50 chilometri dalla costa. Inoltre, si legge sempre sul Times of Israel, alcuni filmati mostrano che dieci navi si trovavano nell’area in quel periodo, sospinte dal mare in tempesta per via di forti temporali. Moltissime associazioni ambientaliste e numerosi volontari si sono attivati per ripulire le spiagge, ma il timore più grande è che adesso ci sia molto più catrame nel mare che sta avvelenando la fauna selvatica.

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