Crisi climatica, «i nostri figli combatteranno guerre per l’acqua e il cibo»: il discorso del Vicepresidente della Commissione Europea
Dobbiamo fare dei sacrifici per proteggere i nostri figli e tutti i bambini: cruciale il ruolo della politica
Troppo spesso i cambiamenti climatici vengono percepiti come qualcosa di lontano nel tempo, un problema che l’umanità potrà affrontare anche in futuro, quando magari avrà anche a disposizione tecnologie più avanzate per farlo.
Non è così: gli effetti dei cambiamenti climatici sono già ben visibili adesso, e ogni anno sono purtroppo responsabili di numerose vittime in tutto il mondo.
E un futuro in cui le conseguenze della crisi climatica saranno ancora più devastanti è tutt’altro che lontano: se non cambiamo rotta, i bambini di oggi si troveranno costretti ad affrontare guerre per l’acqua e il cibo.
Questa volta il monito non arriva da organizzazioni e attivisti: a lanciare l’allarme su un futuro così cupo è stato il Vicepresidente della Commissione europea. Secondo Frans Timmermans gli adulti di oggi devono impegnarsi nella lotta ai cambiamenti climatici, facendo anche dei sacrifici, per proteggere i propri figli e tutti i bambini.
Secondo Timmermans è necessaria una combinazione di politiche sociali e politiche climatiche, che permettano di contrastare il riscaldamento globale dividendo in modo equo i costi e i benefici di un’economia a basse emissioni di carbonio. In caso contrario, avverte il vicepresidente, citato dal Guardian, il mondo dovrà affrontare la reazione di chi teme di perdere il proprio lavoro e il proprio reddito, alimentato anche da politici populisti e da interessi legati ai combustibili fossili.
Come riporta il Guardian, Timmermans ha sottolineato che «Non è solo una questione urgente, è una questione difficile. Dobbiamo trasformare la nostra economia. Ci sono enormi vantaggi, ma è una sfida enorme. La minaccia più grande è quella sociale».
«Se non risolviamo questo problema, i nostri figli combatteranno guerre per l’acqua e il cibo. Non ci sono dubbi», ha detto il Vicepresidente della Commissione Europea, che pochi giorni fa è stato in visita in Italia per un confronto con i nostri ministri:
È sempre bello tornare in Italia. Tante riunioni molto produttive sulla Green recovery dell’Italia con i Ministri Giovannini, Di Maio e Cingolani #COP26,#G20, e sul futuro dell’Europa #CoFoE @PDnetwork https://t.co/XrfZop5v23 pic.twitter.com/aHcWqXNS4j
— Frans Timmermans (@TimmermansEU) May 3, 2021
Oltre a essere fondamentale per la nostra salute, affrontare subito i cambiamenti climatici è molto più economico rispetto a far fronte alle sue conseguenze più devastanti. Timmermans non nasconde che l’abbandono dei combustibili fossili avrà inevitabilmente un impatto più grave per alcuni, comportando per esempio la perdita di posti di lavoro in settori come quello dell’estrazione del carbone, ma il compito della politica dev’essere proprio quello di supportare i settori della società su cui ricadranno i maggiori costi della transizione.
Un rischio enorme, ha avvertito, «è che si ottenga un’alleanza tra coloro che non vogliono il cambiamento perché vedono colpito il loro interesse, sia che si tratti dei combustibili fossili o dell’economia tradizionale», ha detto in un’intervista al Guardian. «Questi interessi si combinano con la paura delle conseguenze sociali negative. Quindi si rischia di ottenere un contro-slancio in cui le persone dicono: “Aspetta, non troppo in fretta, le persone non possono sopportarlo”».
E in questo risiede la centralità della questione sociale, che «potrebbe diventare il più grande ostacolo». Sarà infatti necessario chiedere sacrifici alla generazione degli adulti di oggi perché i giovani possano avere un futuro più sicuro.
«A volte mi chiedo se siamo consapevoli della trasformazione a cui stiamo andando incontro – ha detto – e di quanto sia profonda. È uno sforzo paragonabile alla ristrutturazione dopo un conflitto violento. Ho parlato con i miei nonni e i miei genitori delle prospettive che avevano dopo la guerra. E mi hanno detto: “Beh, ci siamo sacrificati molto perché sapevamo che i nostri figli sarebbero stati meglio”».
Per la maggior parte dei cittadini, lavorare alla transizione per favorire i bambini di oggi richiederebbe sacrifici relativamente lievi, come ristrutturare la casa per ridurne l’impatto, utilizzare mezzi di trasporto elettrici o consumare meno carne. Altri, invece, potranno trovarsi di fronte alla necessità di cambiare lavoro o modelli di vita.
In questo la politica sarà cruciale, ma finora sta fallendo: non è riuscita a mostrare ai cittadini i benefici di una società a basse emissioni di carbonio e i danni che la crisi climatica sta già provocando alla nostra salute e alle nostre economie. Alcuni politici hanno addirittura presentato la lotta ai cambiamenti climatici come un costo, alimentando le paure dei complottisti e di chi teme per il proprio lavoro.