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Natura cyber punk, scelte radicali e creatività per esplorare il mondo delle possibilità. La proposta del Padiglione Italia per la Biennale Architettura 2021

"Lo status quo non è una opzione. Dobbiamo lavorare per il cambiamento in modo radicale". É il messaggio del Padiglione Italia 2021, Comunità Resilienti, curato da Alessandro Melis

Manca ormai meno di un mese alla Biennale Architettura 2021 che aprirà al pubblico in presenza dal 22 maggio a Venezia. Dopo il rinvio del 2020 a causa della Covid-19, l’esposizione di quest’anno sarà pervasa da determinazione, coraggio e senso di responsabilità, le stesse caratteristiche indispensabili per affrontare la crisi climatica, tematica portante del Padiglione Italia 2021. L’importanza di questa edizione e dell’esposizione italiana, è stata ricordata anche da Onofrio Cutaia Direttore della Direzione Generale Creatività Contemporanea, durante la conferenza stampa di presentazione del Padiglione Italia “Comunità Resilienti”. Il direttore Cutaia ha presentato la linea editoriale del Padiglione Italia come un laboratorio di ricerca, una riflessione condivisa e partecipata. Anche Roberto Ciccutto, Presidente de La Biennale di Venezia ha sottolineato l’importanza di questa edizione della Biennale Architettura, sottolineando come sarà importante esserci: “La presenza fisica non è un’espediente – ha detto Roberto Ciccutto – o una affermazione demagogica. Ritengo (l’architettura.ndr) un modo di esprimersi che racchiude molte delle altre arti, coglie le esigenze che il presente ci propone. E’ un osservatorio del mondo che parte dal passato, ma che può incidere in maniera molto concreta sulle nostre condizioni del futuro”.

Alessandro Melis, curatore del Padiglione Italia Comunità Resilienti ha ricordato come questo momento di ripresa e transizione sia il momento dei creativi e dei visionari: “c’è una coincidenza tra la crisi ambientale e quella sanitaria. E’ l’avvento di una nuova visione del mondo segnata dalla poligrafia, dall’interdisciplinarità. Per noi questo momento è cruciale, è importantissimo, noi siamo qui e vogliamo esplorare il mondo delle possibilità. Questo vorremmo che fosse il Padiglione delle possibilità“.

Esplorare il mondo delle possibilità per rispondere alle grandi sfide del nostro tempo caratterizzate da estrema complessità ed interconnessione: “Il lavoro che stiamo facendo è quello di portare la complessità della ricerca scientifica in un messaggio che sia comprensibile e che possa costituire un impatto – precisa Melis – questo è quello che l’arte è in grado di fare, trasformare la complessità in un messaggio chiaro e comprensibile senza rinunciare alla complessità stessa“.

Anche per questo motivo, l’indicazione proposta dal curatore della Biennale Architettura 2021 Hashim Sarkis, sarà quella di dare rilievo all’aspetto esperienziale e immersivo del Padiglione, privilegiando forme espressive legate alla graphic novel, al gaming, in toni e modalità di ispirazione cyber punk“La natura sarà rappresentata in stile cyber punk – spiega Melis durante la conferenza stampa – proprio per comunicare il messaggio che la natura non è giusta o sbagliata, la natura è amorale, ma la nostra sopravvivenza dipende dall’equilibrio che riusciamo ad instaurare con essa”.

Padiglione Italia. Installazione curatoriale “Cyberwall I”.

Il Cyberwall è l’installazione curatoriale nella quale le Arti Industriali e Creative ottengono visibilità in una nuova dimensione di sperimentazione e ricerca condotta da Heliopolis 21 sulle superfici ceramiche ad alte prestazioni ACTIVE SURFACESTM di Iris Ceramica Group. L’installazione, grazie alle sue proprietà eco-attive contribuisce a rendere più salubre l’aria ed è, al contempo, manifestazione di una intenzionalità artistica. Il Cyberwall è ispirato alle ambientazioni post-apocalittiche descritte in una mia docu-graphic-novel del 2015 intitolata “Shining Dark Cities”. In forma grafica il Cyberwall riproduce l’incipit della novella: “Volevamo andare su Marte invece abbiamo portato Marte sulla Terra”. Il Cyberwall è inoltre un omaggio al libro di Max Brooks “World War Z” e alle opere visionarie di Lebbeus Woods e di Tsutomu Nihei, autore di anime come Blame! e Knights of Sidonia. Il futuro dei territori fortemente antropizzati, come ad esempio quello italiano, dipende essenzialmente dalla rigenerazione, trasformazione e adattamento del tessuto urbano esistente, piuttosto che dalle nuove costruzioni. In questo ragionamento si inseriscono i percorsi di ricerca stimolati dai temi della biologia evolutiva che riguardano i concetti di “Exaptation” e “Niche Construction” (Gould & Vrba, 1982; Laland et al., 2000). Rispetto a queste considerazioni l’architettura rappresenta un legame e un sottofondo di interazione costante, declinato in diverse forme e paradigmi”. 

Alessandro Melis, curatore Padiglione Italia 2021

L’estrema complessità della questione climatica è resa centrale nel progetto Comunità Resilienti che si basa sulla convinzione che la crisi climatica è la più grande sfida che l’umanità debba affrontare e il mondo dell’architettura ha la responsabilità di portare il proprio contributo. “Gli elementi del cambiamento climatico vengono rappresentati in modo parossistico – spiega Melis – vengono rappresentati insieme alla città, causa e luogo delle fragilità. Niente è statico nel futuro dell’equilibrio tra uomo e natura, ogni agente è un agente attivo.”

I paleontologi Stephen Jay Gould ed Elizabeth Vrba hanno rivoluzionato la tassonomia della biologia introducendo il termine “exaptation” ovvero il meccanismo non deterministico della selezione naturale: euristicamente, il Padiglione Italia promuoverà l’exaptation architettonica come manifestazione di diversità, variabilità e ridondanza, sfidando l’omogeneità estetica deterministica a favore della diversità delle strutture creative. Come il genoma e il cervello umani, il padiglione sarà una giungla abitata da strane creature dove poter ascoltare un rumore di fondo che è già assordante e che richiede una risposta adeguata, facendo ricorso a nuovi paradigmi della conoscenza.

Padiglione Italia. Installazione curatoriale “Genoma”.

”Genoma” prende spunto dalla biologia dell’evoluzione  che considera la capacità della natura di evolversi e adattarsi ai cambiamenti e alle sfide che le si pongono di fronte, applicabile con successo anche al campo dell’architettura. L’espressività delle immagini manifesta, attraverso l’attivazione del pensiero associativo, la volontà di suscitare un dibattito sui temi dell’architettura radicale, della distopia e dell’utopia”.

Alessandro Melis, curatore Padiglione Italia 2021

Il Padiglione Italia di quest’anno mira a ripristinare una progettualità in cui la relazione tra la dimensione fisica e la dimensione sociale possano trovare un equilibrio, anche per questa ragione si dedicherà all’esplorazione delle marginalizzazioni, come spiega Melis: “non per una questione ideologica ma perché le nostre comunità resilienti aspirano a sentire i rumori di fondo. La fisica, la biologia dell’evoluzione, ci insegnano che spesso nelle marginalità si trovano le soluzioni ai problemi.”

L’idea di lavorare per il cambiamento, espressa nel Padiglione Italia 2021, è condivisa da tutti i player istituzionali della Biennale Architettura 2021, che hanno sposato una posizione molto netta e coraggiosa come ricordata da Alessandro Melis durante la conferenza stampa di presentazione: Lo status quo non è una opzione. Dobbiamo lavorare per il cambiamento in modo radicale”.

Il Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2021 presenta un’altra novità assoluta: sarà a impatto CO2 quasi zero. Per raggiungere tale scopo si è proceduto a predisporre una sottrazione e integrazione dei materiali del Padiglione Italia 2019 per la 58esima esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia e una rilocalizzazione in forma permanente di tutto quello che verrà prodotto. Sarà un’opportunità unica non solo per mostrare opere coerenti con gli obiettivi della proposta, ma anche un’occasione per studiare il ciclo di vita di una realizzazione in un contesto di resilienza. 

Padiglione Italia a basso impatto ambientale. Assonometria che mostra il riutilizzo dei materiali provenienti dal Padiglione Italia 2019 per la 58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia

“Il riciclo di materiali e la riduzione di CO2, garantiti dal prolungamento del ciclo di vita, sono solo un esempio delle innumerevoli opportunità che rafforzano l’idea che in architettura l’exaptation sia intrinsecamente ecologica. Alcune strutture sono state cooptate per altre funzioni, o se ne sono aggiunte altre a quelle già esistenti. In altri casi, le strutture sono state trasformate, mobilitate, o modificate anche in modo drammatico ed estensivo”

Alessandro Melis, curatore Padiglione Italia 2021

 

Elisabetta Ruffolo

Elisabetta Ruffolo (Milano, 1989) Laureata in Public Management presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università degli studi di Milano. Head of communication di MeteoExpert, Produttrice Tv per Meteo.it, giornalista e caporedattrice di IconaClima. Ha frequentato l’Alta scuola per l’Ambiente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per il Master in Comunicazione e gestione della sostenibilità.

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