Mille miliardi per il Green Deal europeo: cos’è e cosa significa per l’Italia?
Il Parlamento Europeo ha dato il via libera a un piano di investimenti per 10 anni. All'Italia potrebbero spettare centinaia di milioni, fondi che potrebbero essere destinati anche all'Ilva
Il Green Deal europeo è stato approvato dal Parlamento Ue: il piano sostiene l’economia verde con l’obiettivo di raggiungere emissioni zero entro il 2050. Ad annunciarlo è stato il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis: «vogliamo raggiungere emissioni zero entro il 2050. Non possiamo fallire». Diventare il «primo continente a impatto climatico zero» -si legge sul sito dell’Ue – «costituisce contemporaneamente la sfida e l’opportunità più grandi del nostro tempo».
«Il Green Deal europeo è per il clima ma anche per le persone», ha detto Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione europea, che ha fatto della lotta ai cambiamenti climatici la priorità del suo mandato. «Di fronte a noi c’è un periodo di grande transizione e dobbiamo investire in questo cambiamento, senza lasciare indietro nessuno. Oggi abbiamo dato vita al fondo di investimenti per il Green Deal che sbloccherà mille miliardi di euro, tra fondi pubblici e privati, nel corso del prossimo decennio».
The #EUGreenDeal comes with important investment needs, which we will turn into investment opportunities. The plan that we present today, to mobilise at least €1 trillion, will show the direction and unleash a green investment wave. pic.twitter.com/4FXTxGujdQ
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) January 14, 2020
Cos’è il Green Deal europeo?
E’ un piano per rendere climaticamente neutra l’Europa e per proteggere il suo habitat naturale. In una prospettiva più ampia, si tratta di un insieme di misure volte a contrastare il riscaldamento globale con interventi pensati per migliorare la vita delle persone, la salute del pianeta e dell’economia. Insomma, è molto di più di una semplice transizione ecologica: si tratta di una rivoluzione sociale, specie per i Paesi ancora dipendenti dal carbone.
Due le tappe sulle emissioni con una riduzione del 40% rispetti ai livelli del 1990 entro il 2030 e un azzeramento entro il 2050. Per raggiungere questi risultati, l’Ue vuole aiutare le imprese a diventare leader mondiali nel campo delle tecnologie e dei prodotti puliti, contribuendo a una transizione giusta e inclusiva.
Gli obiettivi principali:
- decarbonizzare il settore energetico che ora rappresenta oltre il 75 % delle emissioni di gas a effetto serra dell’Ue;
- ristrutturare gli edifici, aiutare le persone a ridurre le bollette energetiche e l’uso dell’energia. Il 40 % dei nostri
consumi energetici riguarda, infatti, gli edifici; - sostenere l’industria per innovare e diventare leader mondiali nell’economia verde;
- introdurre forme di trasporto privato e pubblico più pulite, più economiche e più sane perché oggi il trasporto genera il 25 % delle emissioni.
In che cosa consiste il piano dell’Ue?
L’Ue fornirà gli strumenti finanziari e legislativi. Il piano mobiliterà mille miliardi di investimenti nei prossimi 10 anni. Verranno utilizzati in parte fondi provenienti dal budget Ue (un quarto), ma verranno anche istituiti dei programmi (come InvestEU o Just Transition Fund) per aumentare i fondi privati e pubblici. Si tratta di investimenti destinati a tutti i Paesi dell’Ue, per rendere l’economia più rispettosa dell’ambiente. Il Fondo per la transizione equa dovrebbe contribuire a facilitare, tra il 2021 e il 2027, il percorso verso la neutralità climatica.La Commissione ha stimato che per raggiungere i target climatici energetici al 2030 serviranno 260 miliardi all’anno di investimenti aggiuntivi.
InvestEU – è un programma comunitario che farà leva su circa 279 miliardi di euro di investimenti privati e pubblici per il clima e l’ambiente, a cui si aggiungerà anche il contributo dei fondi per l’innovazione e l’ammodernamento (25 miliardi), che sono finanziati da una parte delle entrate della del sistema di scambio delle emissioni (l’ETS comunitario).
Just Transition Mechanism – Il Meccanismo per la Transizione Giusta è uno strumento che si avvale del Fondo di transizione giusta (Just Transition Fund) che fornisce sostegno mirato ai Paesi più indietro nel processo di transizione verde. Complessivamente mobiliterà almeno 100 miliardi di euro ogni anno. Il Just Transition Fund sarà accessibile a tutti gli Stati membri, a cui spetterà il compito di individuare le aree che ne avranno bisogno in coordinamento con la Commissione.
«Attraverso Invest Eu – ha detto Dombrovskis – mobiliteremo circa 279 mld di fondi pubblici e privati per gli investimenti favorevoli al clima e all’ambiente. In questo modo, il bilancio Ue verde farà da esempio. Il cofinanziamento nazionale per i progetti verdi conterà per altri 114 mld. Oltre al bilancio Ue, attingeremo anche ai fondi per l’innovazione e la modernizzazione dello schema di trading delle emissioni».
The transformation ahead of us is unprecedented. We want to finance the green transition leaving no one behind.
? Press conference on the #EUGreenDeal Investment Plan and the Just Transition Mechanism with @JHahnEU, @PaoloGentiloni & @ElisaFerreiraEChttps://t.co/896HTv5VTU
— European Commission (@EU_Commission) January 14, 2020
Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione Europea, ha precisato che i 100 miliardi previsti per il Just Transition Fund sono «un inizio». «Inoltre – ha aggiunto – la Banca Europea per gli Investimenti mira ad aumentare la quota di finanziamento sostenibile dal 25% al 50% entro il 2025. In più metteremo chiare condizioni per consentire alle autorità pubbliche e ai privati di investire in modo sostenibile: regole chiare sono un forte incentivo».
Aiuti economici non destinati solo ai Paesi che dipendono dal carbone. L’obiettivo principale di questo fondo è aiutare la transizione “green” di tutte le Nazioni dell’Ue, specialmente di quelle ancora legate ai combustibili fossili, come la Polonia. Con il Green Deal verrà offerto supporto per la costruzione di nuove infrastrutture, l’assistenza per la ricerca di lavoro e l’investimento in nuove attività produttive.
Per qualificarsi per il sostegno finanziario, gli Stati membri dovranno presentare piani per ristrutturare la propria economia e dettagliare i progetti a basse emissioni. I piani avranno bisogno dell’approvazione della commissione. I progetti che includono l’energia nucleare non potranno beneficiare di finanziamenti, ad eccezione di quelli relativi al programma Euratom per la ricerca e la formazione nel settore nucleare.
Quanto all’Italia?
All’Italia dovrebbe spettare un contributo nell’ordine delle «centinaia di milioni di euro», ha detto il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, a Strasburgo. Il commissario agli affari economici invita comunque a non concentrarsi sulle singole poste per i Paesi ma sulle potenzialità «di questa sfida che cambierà nei prossimi dieci anni il modo di consumare, di abitare e il modo di alimentarsi se davvero vogliamo arrivare all’obiettivo della neutralità climatica».
Parte di questi fondi potrebbe essere destinata all’Ex Ilva di Taranto: il meccanismo Ue per una transizione giusta «può certamente riguardare l’Ilva, la Puglia e la zona di Taranto che è la tipica manifestazione, come il Nord della Macedonia o altre di regioni europee, dove è necessaria la transizione a energie che usano meno intensamente il carbone. Questo non vuol dire – sottolinea Gentiloni – che problemi dell’Ilva saranno risolti dal Just transition fund».