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In Germania un villaggio sta per essere inghiottito da una miniera di carbone: si oppongono gli attivisti

Lo sgombero è in programma per martedì 10 gennaio, ma centinaia di attivisti si stanno radunando da tutta la Germania per impedirlo

Il villaggio di Lützerath, nella Germania occidentale, rischia di essere letteralmente inghiottito da una miniera di carbone che si intende ampliare per rispondere alla necessità di energia.

I residenti hanno già dovuto abbandonare le proprie case e la società energetica RWE, che gestisce la miniera, è ora proprietaria del villaggio. Il piano è quello di abbattere gli edifici per espandere la vicina miniera di lignite, una forma di carbone particolarmente inquinante.

In una nota, RWE ha riferito che l’utilizzo di carbone per produrre energia dovrà essere gradualmente eliminato per «la protezione del clima», ma che al momento serve aumentare temporaneamente lo sfruttamento della lignite per «contribuire alla sicurezza dell’approvvigionamento in Germania durante la crisi» energetica. Attualmente la miniera si estende già per oltre 35 chilometri quadrati e appare come un grande canyon artificiale che produce ogni anno 25 milioni di tonnellate di carbone.

Martedì lo sgombero, ma gli attivisti non si arrendono

Al momento Lützerath è raggiungibile solo a piedi e la polizia ha iniziato a prepararsi per sgomberare il villaggio: secondo i decreti ufficiale da martedì 10 gennaio nessuno avrà più il permesso di restare qui. Ma non sembrano essere intenzionati a mollare la presa le centinaia di attivisti che nel fine settimana si sono stabilite nel villaggio abbandonato con la missione di ostacolare gli escavatori, e proprio in queste ore si stanno ancora organizzando dei pullman per portare altre persone provenienti dalle principali città tedesche.

«Affinché venga rispettato il limite di 1,5°C di riscaldamento (obiettivo climatico previsto dall’Accordo di Parigi, ndr), il carbone sotto Lützerath deve rimanere nel terreno» avverte Greenpeace Germania. E chiede che il Governo tedesco concordi con RWE una moratoria sull’evacuazione del villaggio: «invece di fare affidamento su un’inutile escalation di una situazione che mette in pericolo vite umane, dovrebbero essere concordati colloqui per una soluzione pacifica».

Per protestare contro lo sgombero forzato e l’ampliamento della miniera, domenica 8 gennaio oltre 7 mila persone si sono recate a Lützerath. «Abbiamo dimostrato a RWE e al governo NRW (Renania Settentrionale-Vestfalia, ndr) che per gli escavatori a carbone di Lützerath è finita», ha commentato Fridays For Future Germania.

Gli attivisti hanno proclamato un’altra giornata di mobilitazione per sabato prossimo, il 14 gennaio. Intanto, proseguono gli sforzi per portare più persone possibili sul posto con navette in partenza da tutta la Germania: come ha raccontato un attivista alla BBC, per rendere più complicato lo sgombero i giovani si sono organizzati per accamparsi anche sugli alberi.

Quella presa dal Governo è «una decisione fatale che assicura che la Germania mancherà i suoi obiettivi climatici», commenta in una nota Fridays For Future Germania. E sottolinea come l’espansione della miniera arrivi proprio in un momento storico per il clima europeo, che in pieno inverno ha fatto registrare valori storici con temperature dal sapore estivo anche in Germania. «Il governo federale cede ancora una volta agli interessi di profitto delle multinazionali e si oppone al rispetto del limite di 1,5°C e del budget di CO2 della Germania».

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Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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