Le ondate di calore marino diventano la nuova normalità anche per Irlanda e Regno Unito

Anche le acque che circondano Regno Unito e Irlanda stanno diventando sempre più calde. Un nuovo studio firmato da ricercatrici e ricercatori dell’Università di Exeter, del Met Office e del Cefas (Centre for Environment, Fisheries and Aquaculture Science) avverte che a causa dei cambiamenti climatici le ondate di calore marine come quella del 2023 potrebbero verificarsi quasi ogni anno.
Nel giugno 2023 le temperature superficiali del Mare del Nord e del Mare Celtico avevano superato di quasi 3 °C la media stagionale, mantenendosi su quei valori per oltre due settimane. Una situazione «senza precedenti», che ha messo a rischio la sopravvivenza di pesci, molluschi, alghe e fitoplancton.
Secondo i modelli utilizzati dallo studio, pubblicato sulla rivista Communications Earth & Environment, la probabilità di eventi simili è cresciuta in modo esponenziale a causa dei cambiamenti climatici: nel Mare Celtico si è passati da una probabilità del 4% nel 1993 a quasi il 14% oggi, mentre nel Mare del Nord centrale l’aumento è stato da meno dell’1% a circa il 10%.
Gli effetti sull’ecosistema non sono ancora completamente quantificati, ma le alterazioni osservate nei cicli del fitoplancton indicano uno squilibrio profondo nei processi ecologici stagionali. Queste anomalie termiche, oltre a danneggiare gli organismi marini, alimentano il riscaldamento atmosferico: acque più calde rilasciano più calore verso la terraferma e aumentano l’umidità dell’aria, favorendo precipitazioni intense.
Lo studio sottolinea anche come il riscaldamento dell’Atlantico settentrionale stia trasformando rapidamente gli ecosistemi, con aree che fino a pochi anni fa erano considerate “rifugi” ora sempre più vulnerabili. I ricercatori avvertono che la persistenza di questi eventi, combinata con l’acidificazione e la perdita di biodiversità, potrebbe compromettere i cicli del carbonio e la capacità del mare di assorbire CO₂.
Un monito chiaro: i cambiamenti climatici non colpiscono solo l’atmosfera, ma stanno riscrivendo la geografia termica degli oceani, con conseguenze che risaliranno presto lungo tutta la catena alimentare.
NOTE: questo articolo è stato generato con il supporto dell’intelligenza artificiale.