Mobilità elettrica: a che punto siamo in Italia?

Negli ultimi anni, la mobilità elettrica in Italia ha registrato un’evoluzione positiva, segnando finalmente un cambio di passo verso un modello di trasporto più sostenibile ed a emissioni zero. Nonostante i progressi rassicuranti, il nostro Paese è ancora distante dagli standard raggiunti da altri Paesi europei.
Secondo il report Elettricità Futura aggiornato a novembre 2023, le auto elettriche pure (BEV, Battery Electric Vehicles) rappresentano il 4,1% delle nuove immatricolazioni, pari a 59.478 unità su un totale di 1.454.261 auto immatricolate. Questi numeri, seppur in crescita, risultano ancora limitati considerando che in Italia circolano
complessivamente circa 40 milioni di veicoli, di cui le BEV costituiscono solo lo 0,5%, ovvero 217.442 unità. Con i dati alla mano possiamo fare un confronto con paesi come la Norvegia, in cui vantano percentuali molto più alte: nel 2023, quasi il 90% delle nuove immatricolazioni nel Paese scandinavo è stato rappresentato da veicoli elettrici. Anche in Germania e Francia, il mercato dei veicoli elettrici ha registrato una crescita più consistente rispetto all’Italia, questo grazie a incentivi più generosi e ad una rete infrastrutturale più evoluta. Ci sono anche buone notizie, sul fronte delle infrastrutture di ricarica, l’Italia ha compiuto alcuni passi avanti: al 31 dicembre 2022, erano presenti 36.772 punti di ricarica distribuiti in 19.334 infrastrutture e 14.048 location accessibili al pubblico, come riportato nel report di Motus-E pubblicato nel febbraio 2023. Si tratta di una crescita del 41% rispetto all’anno precedente. Purtroppo però, la distribuzione geografica dei punti di ricarica rimane fortemente sbilanciata, con una netta concentrazione nelle regioni settentrionali.
La Lombardia guida la classifica con 9.395 punti di ricarica, seguita dal Piemonte (5.169), dal Veneto (4.914), dal Lazio (4.659) e dall’Emilia-Romagna (4.253). Queste cinque regioni rappresentano una quota significativa dell’infrastruttura nazionale, lasciando il Sud e le isole in una situazione di svantaggio. Ad esempio, regioni come la Calabria e la Basilicata contano ancora un numero molto limitato di punti di ricarica, ostacolando di conseguenza la diffusione delle auto elettriche in queste aree. Nonostante questi progressi, l’Italia mostra un ritardo rispetto ad altri Paesi europei nel raggiungimento degli obiettivi di mobilità elettrica fissati per il 2030. Ma quali sono le principali motivazioni di questo ritardo? Sicuramente i costi elevati dei veicoli elettrici, che
rimangono meno accessibili rispetto alle auto a combustione, e anche una rete di incentivi economici ancora molto limitata. Un altro aspetto negativo è sicuramente legato alla percezione dei consumatori rispetto all’autonomia delle batterie e alla poca disponibilità dei punti di ricarica. Per accelerare questa transizione verso una mobilità più sostenibile, sarebbe quindi necessario adottare un approccio da parte delle istituzioni, delle industrie e anche da parte dei consumatori. In primo luogo, sarebbe necessario potenziare ulteriormente
l’infrastruttura di ricarica, soprattutto nelle aree meno servite, ovvero nel sud Italia. Fortunatamente dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), possiamo constare che si prevedono investimenti per installare 21.000 punti di ricarica aggiuntivi entro la fine del 2026.
Sarebbe anche indispensabile rafforzare gli incentivi economici per l’acquisto di veicoli elettrici, al momento, gli ecobonus offerti dal governo italiano coprono solo una piccola parte del costo del veicolo, risultando meno competitivi rispetto a quelli di altri Paesi europei. Un modello da seguire potrebbe essere quello della Germania, dove gli incentivi arrivano fino a 9.000 euro per l’acquisto di un’auto elettrica. Inoltre sarebbe bene promuovere anche maggiore consapevolezza ambientale tra i cittadini, dimostrando i benefici reali e a lungo termine della mobilità elettrica, non solo in termini di riduzione delle emissioni di CO2, ma ad esempio anche di risparmio
economico legato ai minori costi di gestione e manutenzione. La mobilità elettrica rappresenta una sfida molto importante per il futuro dell’Italia, e soprattutto un’opportunità per costruire un sistema di trasporto sostenibile, innovativo e inclusivo.
Redatto da Martina Hamdy